Prospetto del Palazzo Lambertini in Strada S. Stefano
Prospetto del Palazzo Lambertini in Strada S. Stefano
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Inventore
Landi Antonio
Disegnatore
Landi Antonio
Luogo e anno di edizione
Bologna XVIII
Editore
Tecnica e supporto
Bulino e acquaforte
Misure foglio (in mm)
490 x 386
Notizie storico critiche
L'esemplare fa parte di un volume composto da una miscellanea di 131 incisioni rilegate assieme, verosimilmente nel XIX secolo. Le stampe in esso contenute rappresentano mappe, palazzi, chiese, opere scultoree e porte di Bologna e sono datate tra il XVI e il XVIII secolo e realizzate da artisti più o meno noti. Il volume venne acquistato da Alfredo Baruffi nel gennaio del 1939 presso l’antiquario Ernesto Martelli (già direttore della cessata libreria antiquaria Zanichelli in via Santo Stefano 43).
Giuseppe Antonio Landi nacque a Bologna il 30 ott. 1713 dal dottore in filosofia e medicina Antonio, lettore nell'Università, e da Antonia Maria Teresa Guglielmini. Fu avviato agli studi di architettura presso l'Accademia Clementina, sotto la guida di Ferdinando Galli Bibiena.
La sua attività di disegnatore e incisore d'architettura è ben documentata. Tra le sue opere grafiche più note si annovera la Raccolta di alcune facciate di palazzi e cortili de più ragguardevoli di Bologna (Bologna s.d.). Doveva trattarsi della prima parte di un'impresa editoriale più ampia come denoterebbero alcune tavole di disegni, non firmate ma certamente riconducibili alla sua mano, conservate presso la Biblioteca dell'Archiginnasio.
Giuseppe Antonio Landi nacque a Bologna il 30 ott. 1713 dal dottore in filosofia e medicina Antonio, lettore nell'Università, e da Antonia Maria Teresa Guglielmini. Fu avviato agli studi di architettura presso l'Accademia Clementina, sotto la guida di Ferdinando Galli Bibiena.
La sua attività di disegnatore e incisore d'architettura è ben documentata. Tra le sue opere grafiche più note si annovera la Raccolta di alcune facciate di palazzi e cortili de più ragguardevoli di Bologna (Bologna s.d.). Doveva trattarsi della prima parte di un'impresa editoriale più ampia come denoterebbero alcune tavole di disegni, non firmate ma certamente riconducibili alla sua mano, conservate presso la Biblioteca dell'Archiginnasio.