Ritratto di giovane

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Ritratto di giovane

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Inventario
F34623
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Firma
firmato e datato in basso a destra
Tecnica e supporto
carboncino su carta
Misure foglio (in mm)
380x270; 650x560 con cornice
Iscrizioni
O. Rosai/1925
Marche e altre note manoscritte
Sul verso è presente un altro ritratto appena abbozzato dall'artista.
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Ottone Rosai frequenta a Firenze l’Accademia di Belle Arti, da cui viene espulso dopo pochi anni per cattiva condotta. Prosegue come autodidatta e, grazie agli incontri con Giovanni Papini e Ardengo Soffici si avvicina all’arte futurista. Da qui traggono ispirazione le sue prime opere. Antecedente al rigore pittorico degli anni Venti e Trenta, alla fase futurista si alterna un breve periodo cubista. Nel novembre 1920 tiene la sua prima esposizione personale a Firenze. Nel periodo della maturità, si dedica all’osservazione degli umili e alla descrizione di scene di vita quotidiana. La sua pittura si ispira fortemente a Cézanne, ma allo stesso tempo, resta tipicamente fiorentina e in essa riecheggia il Quattrocento di Masaccio. Negli anni Trenta il disagio esistenziale lo conduce a vivere in luoghi isolati, lontani dalla comunità e la sua opera si carica di collera e di pessimismo. Nel 1932 arriva la sua consacrazione a pittore di massimo livello con una personale a Firenze a Palazzo Ferroni e successivamente a Milano, Roma e Venezia. Nel 1942 gli viene assegnata la cattedra di pittura all’Accademia di Firenze. Negli anni Cinquanta comincia a farsi conoscere in ambito internazionale, partecipando a varie rassegne in città europee: Zurigo, Parigi, Londra e Madrid. A Venezia, in occasione della Biennale del 1956, viene allestita una grande retrospettiva della sua opera.
Il disegno fa parte del Fondo della rivista L'Orto, dove è pubblicato (vedi bibl.).
Nata nel 1931 la rivista L'Orto, mensile di arte e letteratura, fondata dai giovani Giorgio e Otello Vecchietti, Corrado Corazza, Nino Bertocchi e Giovanni Poggeschi, a cui si aggiungerà poco dopo il veneto Giuseppe Marchiori, mantiene un atteggiamento prudente nei confronti del regime ed eclettico nel gusto, rinunciando a etichette e programmi. Pubblicata fino al 1939, la rivista presenta opere dei migliori artisti locali, da Nino Bertocchi a Lea Colliva, da Bruno Saetti a Mario Pozzati, e accoglie contributi esterni prestigiosi: Piero Bargellini, Umberto Saba, Mario Luzi, tra gli altri.
Bibliografia
L'Orto, 1935, n.3, maggio - giugno, p. 13; "L'Orto" rivista di lettere e arte. Un'avventura culturale nella Bologna degli anni Trenta, Bologna, 2019, p. 86;
Mostre
"L'Orto" rivista di lettere e arte. Un'avventura culturale nella Bologna degli anni Trenta (Bologna, 2019);