Sant'Antonio da Padova
Sant'Antonio da Padova
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Inventore
Fratta Domenico Maria
Disegnatore
Fratta Domenico Maria
Luogo e anno di edizione
Bologna 1776
Editore
Tecnica e supporto
bulino
Misure foglio (in mm)
392 x 256
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Radunare musicisti professionisti "acciò havere filo et unione da non disunirsi e rendere buon suono". Con questo scopo il nobile Vincenzo Maria Carrati fondò nel 1666 l'Accademia Filarmonica di Bologna, utilizzando come sede il palazzo di famiglia (nei primi secoli al piano terra dell'allora via Cartoleria Nuova, ora in gran parte dello stesso palazzo, nell'attuale via Guerrazzi). Quale patrono fu scelto S. Antonio da Padova, come stemma un organo con il motto "Unitate melos".
L'Accademia si innestava su precedenti esperienze di accademie bolognesi quali quelle dei Floridi, dei Filomusi e dei Filaschisi e assunse fin dall'inizio il profilo di corporazione a salvaguardia del prestigio e della professionalità dei suoi membri. L'Accademia esercitò in pratica il controllo sulla musica nelle chiese bolognesi, grazie anche all'estensione del privilegio di autorizzare la professione di maestro di cappella, fino ad allora concesso dal papa solo alla Congregazione dei Musici di S. Cecilia di Roma (breve di Benedetto XIV del 22 febbraio 1749). Il decreto fu accolto da tutti gli Accademici nell' assemblea del 13 marzo 1749 e festeggiato poi con pubbliche manifestazioni musicali. Dopo l'unità d'Italia, l'Accademia ottenne l'approvazione degli attuali statuti e si trasformò in Regia Accademia Filarmonica di Bologna (R. Decreto 3 febbraio 1881).
La festa di Sant'Antonio
Ogni anno, per disposizione del fondatore, venivano celebrati una messa e un vespro solenni in onore del Santo protettore con il concorso di tutti gli accademici presenti in città e di eventuali ospiti forestieri. Queste celebrazioni furono nei primi anni tenute in varie chiese cittadine, S. Maria dei Servi, San Domenico, San Giovanni in Monte, San Salvatore, San Martino maggiore e San Francesco; dal 1675, per disposizione testamentaria di Carrati, sempre in San Giovanni in Monte. Alle celebrazioni annuali si esibivano organici ragguardevoli, che potevano raggiungere anche il centinaio di esecutori. Di queste feste esistono numerose testimonianze fra cui quella dell'inglese Charles Burney, celebre musicografo e viaggiatore inglese, che visitò Bologna nel 1770, anno in cui Mozart divenne accademico.
L'Accademia si innestava su precedenti esperienze di accademie bolognesi quali quelle dei Floridi, dei Filomusi e dei Filaschisi e assunse fin dall'inizio il profilo di corporazione a salvaguardia del prestigio e della professionalità dei suoi membri. L'Accademia esercitò in pratica il controllo sulla musica nelle chiese bolognesi, grazie anche all'estensione del privilegio di autorizzare la professione di maestro di cappella, fino ad allora concesso dal papa solo alla Congregazione dei Musici di S. Cecilia di Roma (breve di Benedetto XIV del 22 febbraio 1749). Il decreto fu accolto da tutti gli Accademici nell' assemblea del 13 marzo 1749 e festeggiato poi con pubbliche manifestazioni musicali. Dopo l'unità d'Italia, l'Accademia ottenne l'approvazione degli attuali statuti e si trasformò in Regia Accademia Filarmonica di Bologna (R. Decreto 3 febbraio 1881).
La festa di Sant'Antonio
Ogni anno, per disposizione del fondatore, venivano celebrati una messa e un vespro solenni in onore del Santo protettore con il concorso di tutti gli accademici presenti in città e di eventuali ospiti forestieri. Queste celebrazioni furono nei primi anni tenute in varie chiese cittadine, S. Maria dei Servi, San Domenico, San Giovanni in Monte, San Salvatore, San Martino maggiore e San Francesco; dal 1675, per disposizione testamentaria di Carrati, sempre in San Giovanni in Monte. Alle celebrazioni annuali si esibivano organici ragguardevoli, che potevano raggiungere anche il centinaio di esecutori. Di queste feste esistono numerose testimonianze fra cui quella dell'inglese Charles Burney, celebre musicografo e viaggiatore inglese, che visitò Bologna nel 1770, anno in cui Mozart divenne accademico.