Semina
Semina
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Tecnica e supporto
Tempera e tecnica mista su carta
Misure foglio (in mm)
386x462
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
L'opera in oggetto è il cartone preparatorio per il ciclo di affreschi che Galileo Chini ha realizzato nel 1942 per decorare il salone delle riunioni della Casa del Contadino nell'ex via Roma 67/2 (oggi Marconi) a Bologna, allora sede dell'Unione Provinciale Fascista dei Lavoratori dell'Agricoltura, oggi sede della Cgil. Scialbati nel 1955, gli affreschi, finora sconosciuti, si è scoperto esistere ancora sotto l'intonaco e in seguito all'acquisto dei qui presenti cartoni, è iniziato un impegnativo lavoro di restauro volto a recuperarli e riportarli interamente alla luce.
Si tratta di una delle scene più poetiche dell’artista nell’intento di cogliere la tensione fisica ed emotiva dei lavoratori dei campi che alla preparazione dei terreni e alla semina affidano fiduciosi il destino futuro dei raccolti. La fonte figurativa sembra essere Jean Francois Millet, il pittore francese che aveva creato con le sue opere una vera e propria epopea dei campi dove tutto aveva un tempo stabilito, quasi liturgico, lontano da interpretazioni emancipative del ruolo dei contadini come era accaduto in tanta pittura sociale dell’epoca. Il ricordo va immediatamente a dipinti celebri come Le Spigolatrici e il Seminatore, emblemi per Millet di un mondo opposto a quello industriale, consono invece al suo paesaggismo spirituale.
Chini, da uomo colto che aveva ripetutamente soggiornato in Francia, doveva avere ben conosciuto l’opera del maestro che nella maturità della sua vita, segnata sempre più da un forte pessimismo, gli sarà sembrata la più consona a rappresentare l’ idea di racconto popolare e di lavoro come condizione permanente dell’uomo.
Si tratta di una delle scene più poetiche dell’artista nell’intento di cogliere la tensione fisica ed emotiva dei lavoratori dei campi che alla preparazione dei terreni e alla semina affidano fiduciosi il destino futuro dei raccolti. La fonte figurativa sembra essere Jean Francois Millet, il pittore francese che aveva creato con le sue opere una vera e propria epopea dei campi dove tutto aveva un tempo stabilito, quasi liturgico, lontano da interpretazioni emancipative del ruolo dei contadini come era accaduto in tanta pittura sociale dell’epoca. Il ricordo va immediatamente a dipinti celebri come Le Spigolatrici e il Seminatore, emblemi per Millet di un mondo opposto a quello industriale, consono invece al suo paesaggismo spirituale.
Chini, da uomo colto che aveva ripetutamente soggiornato in Francia, doveva avere ben conosciuto l’opera del maestro che nella maturità della sua vita, segnata sempre più da un forte pessimismo, gli sarà sembrata la più consona a rappresentare l’ idea di racconto popolare e di lavoro come condizione permanente dell’uomo.
Soggetto o iconografia
In primo piano un uomo in piedi sta seminando il campo.
Bibliografia
J. Bentini, Lavoro e identità nazionale - la partecipazione dell'Emilia Romagna al 50° dell'Unità d'Italia, Bologna 2012, pp. 32-46; A. Marchi, in Antico e Moderno, Bologna 2014, pp. 278-281.
Mostre
La filiera della Canapa (Gambettola, Novembre 2007-Gennaio 2008); Lavoro e identità nazionale. Galileo Chini, i cartoni della Casa del Contadino (Bologna, 2012);
Note
Il ciclo completo è composto da 10 cartoni (e non 9 come si pensava fino a poco tempo fa) di cui 7 acquistati dalla Fondazione Carisbo nel 2007 e uno, la Trebbiatura, in asta nel 2011. Ne rimangono due in collezioni private.
Il cartone è diviso in due pezzi.
Il cartone è diviso in due pezzi.