Spinetta a pianta rettangolare Anonimo italiano c. 1820
Spinetta a pianta rettangolare Anonimo italiano c. 1820
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TAG.B17
Categoria:
Parole chiave:
Notizie storico artistiche
Datazione
Firma
-
Misure
162,1 x 66,4 x 26 cm
Notizie storico critiche
Lo strumento è a pianta rettangolare con tastiera incorporata, lievemente a sinistra rispetto al centro. Le caratteristiche costruttive ricordano quelle d’un pianoforte a tavolo e non si ricollegano alla tradizione cembalaria
italiana. Sotto i tasti 2, 4, 6, 7, 9 e da 11 a 22 (cioè da Do1 a La2, con esclusione dei primi quattro “cromatici”) vi sono
occhielli in ferro per l’attacco di tiranti d’una pedaliera; per il passaggio di tali tiranti una feritoia è praticata nel fondo, dietro la lista anteriore di supporto del telaio. Nel 1986, nel quadro del restauro, una pedaliera nella forma “a leggìo” di 18 tasti (Do1-La2 con prima ottava “corta”) è stata costruita e collegata alla tastiera mediante tiranti di cuoio.
Si tratta indubbiamente d’uno strumento della prima metà del XIX secolo; precisare maggiormente la data è difficile. Da un lato, il suo ambito (ben 67 tasti) è maggiore di quello degli strumenti ad esso paragonabili, quali i due virginali del bergamasco Alessandro Riva (uno del 1836 con 54 tasti da Do1 a La5 e con prima ottava “corta”, conservato nel Museo degli strumenti musicali di Milano, l’altro del 1839 con 58 tasti, da Do1 a La5, nel Museo di strumenti musicali dell’Università di Lipsia); questo fatto potrebbe far pensare ad una datazione posteriore. D’altro lato, tuttavia, il tipo costruttivo del presente strumento non mostra alcuna caratteristica dello stile d’ebanisteria del secondo quarto del XIX secolo, come ad esempio gli angoli arrotondati degli strumenti di Riva. Per questa ragione abbiamo proposto, con una certa riserva, la data intorno al 1820. Ricordiamo che esistono almeno due altri strumenti di fattura del tutto analoga al presente: uno è in possesso privato a Ferrara, l’altro si trovava nel 1976 a Piacenza, indi nel 1977 a Colonia, sul mercato antiquario. Tutti sono stati quasi certamente costruiti nell’Italia settentrionale, molto probabilmente in Lombardia (ove, nei primi decenni del XIX secolo era ancora attivo in questo campo, oltre al già citato Alessandro Riva di Bergamo, il bresciano Zaccaria Respini ).
Catalogo della Collezione Tagliavini (2008) Vol. I, p. 314
italiana. Sotto i tasti 2, 4, 6, 7, 9 e da 11 a 22 (cioè da Do1 a La2, con esclusione dei primi quattro “cromatici”) vi sono
occhielli in ferro per l’attacco di tiranti d’una pedaliera; per il passaggio di tali tiranti una feritoia è praticata nel fondo, dietro la lista anteriore di supporto del telaio. Nel 1986, nel quadro del restauro, una pedaliera nella forma “a leggìo” di 18 tasti (Do1-La2 con prima ottava “corta”) è stata costruita e collegata alla tastiera mediante tiranti di cuoio.
Si tratta indubbiamente d’uno strumento della prima metà del XIX secolo; precisare maggiormente la data è difficile. Da un lato, il suo ambito (ben 67 tasti) è maggiore di quello degli strumenti ad esso paragonabili, quali i due virginali del bergamasco Alessandro Riva (uno del 1836 con 54 tasti da Do1 a La5 e con prima ottava “corta”, conservato nel Museo degli strumenti musicali di Milano, l’altro del 1839 con 58 tasti, da Do1 a La5, nel Museo di strumenti musicali dell’Università di Lipsia); questo fatto potrebbe far pensare ad una datazione posteriore. D’altro lato, tuttavia, il tipo costruttivo del presente strumento non mostra alcuna caratteristica dello stile d’ebanisteria del secondo quarto del XIX secolo, come ad esempio gli angoli arrotondati degli strumenti di Riva. Per questa ragione abbiamo proposto, con una certa riserva, la data intorno al 1820. Ricordiamo che esistono almeno due altri strumenti di fattura del tutto analoga al presente: uno è in possesso privato a Ferrara, l’altro si trovava nel 1976 a Piacenza, indi nel 1977 a Colonia, sul mercato antiquario. Tutti sono stati quasi certamente costruiti nell’Italia settentrionale, molto probabilmente in Lombardia (ove, nei primi decenni del XIX secolo era ancora attivo in questo campo, oltre al già citato Alessandro Riva di Bergamo, il bresciano Zaccaria Respini ).
Catalogo della Collezione Tagliavini (2008) Vol. I, p. 314
Descrizione
Titolo: Spinetta a pianta rettangolare
Numero di inventario: Collezione Tagliavini B17
Nome dell'oggetto (IT/ENG): Spinetta a pianta rettangolare / Rectangular spinet
Classificazione: Strumenti a tastiera a corde pizzicate
Costruttore: Anonimo
Luogo di costruzione: Italia, probabilmente Lombardia
Data: c. 1820
Dimensioni: 162,1 x 66,4 x 26 cm
Ambito: 67 tasti, Si0 (forse interpretabile come Sol0)-Fa6
Registri: 8'
Autori: -
Data di acquisizione: 1974
Restauri: ditta Tamburini - strumento (1986)
Numero di inventario: Collezione Tagliavini B17
Nome dell'oggetto (IT/ENG): Spinetta a pianta rettangolare / Rectangular spinet
Classificazione: Strumenti a tastiera a corde pizzicate
Costruttore: Anonimo
Luogo di costruzione: Italia, probabilmente Lombardia
Data: c. 1820
Dimensioni: 162,1 x 66,4 x 26 cm
Ambito: 67 tasti, Si0 (forse interpretabile come Sol0)-Fa6
Registri: 8'
Autori: -
Data di acquisizione: 1974
Restauri: ditta Tamburini - strumento (1986)
Bibliografia
"Collezione Tagliavini. Catalogo degli strumenti musicali", a cura di John Henry van der Meer e Luigi Ferdinando Tagliavini, Bononia University Press, Bologna 2008. Volume I, pp. 315-319: B17 Spinetta XIX secolo
Note
Esposta al Museo di San Colombano - Collezione Tagliavini