Tavola I, Volume "Piante di Bologna"

60edd30c1d69f70008f10fdc

Tavola I, Volume "Piante di Bologna"

 Genera il pdf
Inventario
M3371 (rep.2/-)
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Firma
Si.
Tecnica e supporto
Acquerello, inchiostro e tracce di grafite su carta filigranata.
Misure foglio (in mm)
450 x 335 per pagina.
Iscrizioni
Nel cartiglio si legge:" à maggior gloria di Dio, e à perpetua / conservazione della magnifica Casa Cassani / Campione de beni stabili spetanti e posseduti dà particolari / Ill.mi Sig.ri Senatori e Nobili del Ill.ma Cità di Bologna quali stabili sono / atati dà mè sotto scrito Publico Perito et Agremensore atuale della / Mensa Archipiscopale di Bologna, e dilineati e misurati nel modo e forma che presentemente si sono trovati al tempo della misura, con / le sue nottate confine, et à pianta per pianta vi sarà la sua [d]escrizione / in cartella, con il locho della situatione, qualità, e misura in partico/lare delli stabeli di campagna, si come ancora à quelli di città si / vedrà e le sue misure, andando alla scalla geometrica con il compasso / ...destintamente, tanto di latitudine quanto di longezza e tutte le sopradette piante le ò posto nel detto campione l'anno 1685, con giuramento e rogito come / nel fine di libro si vedrà, il qual libro è di carte n. [*] et in / affirmacione di aver fatto le dette piante mi sotto scrivo / Io Tomaso Cassani come sopra aff.mo".
Notizie storico critiche
Le mappe agricole e urbane presenti all’interno di queste collezioni, costituiscono una preziosa testimonianza di com’era il territorio bolognese tra il XVII e il XVIII secolo. Redatte con lo scopo di delimitare con certezza le singole proprietà private, queste mappe sono state un utile strumento per risolvere ogni possibile questione inerente ai diritti e ai regolamenti della proprietà terriera, soprattutto in un periodo di grandi cambiamenti come quello di cui esse sono testimoni. Nei primi anni del Settecento, infatti, vengono introdotte riforme di stampo protocapitalista che portano a una vera e propria rivoluzione dell’economia, in particolar modo per quella basata sull’agricoltura. I possedimenti terrieri incominciano a essere considerati come sorgenti di profitti destinati ad aumentare sempre di più. Nasce da questa consapevolezza la necessità di una conoscenza più approfondita di essi da parte degli stessi proprietari che, dopo secoli di disinteresse, richiedono sempre più informazioni sui terreni e sulle loro caratteristiche, sulle tecniche di coltura e i loro sviluppi, e incominciano a progettare riorganizzazioni e bonifiche dei campi. Proprio in funzione di tale evoluzione, la figura del perito agrimensore si evolve e diviene di primaria importanza, richiedendo competenze maggiori e una solida base culturale rispetto ai secoli precedenti. La stesura delle mappe, difatti, diviene un compito preciso in cui nulla - dalla struttura del segno alla scelta del colore - può essere lasciato all’intuizione personale del singolo. In esse devono essere precisate le aree riservate alle colture, specificandone le qualità, gli spazi destinati alle abitazioni, ai luoghi di ricovero per gli animali, alle piantagioni ad alto fusto, e così via. Sfortunatamente queste mappe fanno parte di una raccolta mutila e interessano porzioni di territorio scaglionate in maniera disomogenea, rendendo impossibile una campionatura regolare e completa dell’agro bolognese tra Seicento e Settecento.
Il volume oggetto d'analisi, redatto dal perito agrimensore Tomaso Cassani a partire dal 1685, è il più antico in possesso di queste collezioni e, con le sue settantadue mappe, anche il più ampio. Non si conosce quale sia stata di preciso la formazione culturale dell’autore. Il Cassani, comunque, mostra precise competenze in più settori, dall’architettura all’idrologia, all’agrimensura, eseguendo perizie di terreni e degli edifici soprastanti, di fabbriche cittadine; presentando progetti per la correzione di corsi d’acqua e d’inalveazione degli stessi, e proponendo rimedi per arginare i danni conseguenti le rotte. Verosimilmente, la sua formazione è avvenuta a bottega, facendo seguito a una tradizione familiare, dato che si conoscono altri agrimensori che rispondono al nome Cassani. Inoltre, Tomaso Cassani firma stime e valutazioni per vendite e permute e, spesso, le carte da lui disegnate costituiscono prova in cause pendenti presso il Foro bolognese. Alcune mappe, alla fine del volume, mostrano l’intervento di un’altra mano, che dovrebbe ricondursi, anche laddove non specificato, a quella di Angelo Zanardi.
Soggetto o iconografia
Circoscritto da un riquadro a doppia riga d'inchiostro delimitato agli angoli da fiorellini simulanti una borchia, si trova un scudetto sormontato da conchiglia. Al suo interno, lo scudetto presenta una decorazione a tre gigli su fondo azzurro riparti in tre settori, seguiti da tre bande orizzontali, di cui la superiore, di colore rosa come l'inferiore, riporta al centro una stella a otto punte mentre la banda centrale, di colore bianco, presenta una cassapanca. A destra dello scudetto, si trova una pelle leonina distesa recante la leggenda che introduce tutto il volume e informa della data di inzio della raccolta:1685.
Bibliografia
F. Varignana (a cura di), Le Collezioni della Cassa di Risparmio in Bologna - I disegni 2. mappe agricole e urbane del territorio bolognese dei secoli XVII e XVIII, Bologna 1974.