Tavola XV, Volume "Piante di Bologna"

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Tavola XV, Volume "Piante di Bologna"

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Inventario
M3371 (rep.2/14)
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Firma
Si
Tecnica e supporto
Acquerello, inchiostro e tracce di grafite su carta filigranata.
Misure foglio (in mm)
450 x 335 ciascuna pagina.
Iscrizioni
" Adi 30 ottobre anno 1685 in Bologna / Pianta o' mappa fatta dà mè sottoscritto in esecuzione del decreto fatto sotto il di suddetto dal Ill. Sig.r Andrea Seleno Pelegrini nel Forro Archipiscopale. / Prima la lettera A.B. nella pianta colorita turchino è la parte dinanzi della / casa qual à l'ingresso nelli vinari e vien poseduta parte dal Sig.r Giovanni Antonio Cella e parte dal Ecc.mo Sig.r D. Lemi si come ancora dal Mag. Carlo Pogiolli e / Maria Caterina et altri / C. è la parte di mezzo di detta casa colorita zaletto podeuta parte dà / Giacomo Bongianini e parte dà Pietro Sarti et parte dal detto Sig.r Cella / D. Orto colorito verde qual si pretende vadi con la parte posteriore / di detta casa E. cana d'una fugha di detto Sig.r Celli quale è nel orto con troverso e denota che il padrone diretto à ius fori del muro che di presente / serve di confina. F. la parte posteriore di detta casa colorita di rosso / poseduta dal detto Sig.r Giovanni Antonio Cella G. sito sopra del quale il detto Sig.r / Giovanni Antonio Cella gode e posiede n.o 2 stanze et antana esistente sopra / di esse quale sono parte della parte di mezzo di detta casa come disopra / è detto e sono fori della linea che ora si pretende serva di / confina e le dette due stanze anno il ius delle scale et / ingresso della porta in bel / meloro segnata lettera I. / e questo è quanto in esecucione del decreto / refferisco e mi sottoscrivo / Tomaso Cassani".
Notizie storico critiche
Le mappe agricole e urbane presenti all’interno di queste collezioni, costituiscono una preziosa testimonianza di com’era il territorio bolognese tra il XVII e il XVIII secolo. Redatte con lo scopo di delimitare con certezza le singole proprietà private, queste mappe sono state un utile strumento per risolvere ogni possibile questione inerente ai diritti e ai regolamenti della proprietà terriera, soprattutto in un periodo di grandi cambiamenti come quello di cui esse sono testimoni. Nei primi anni del Settecento, infatti,vengono introdotte riforme di stampo protocapitalista che portano a una vera e propria rivoluzione dell’economia, in particolar modo per quella basata sull’agricoltura. I possedimenti terrieri incominciano a essere considerati come sorgenti di profitti destinati ad aumentare sempre di più. Nasce da questa consapevolezza la necessità di una conoscenza più approfondita di essi da parte degli stessi proprietari che, dopo secoli di disinteresse, richiedono sempre più informazioni sui terreni e sulle loro caratteristiche, sulle tecniche di coltura e i loro sviluppi, e incominciano a progettare riorganizzazioni e bonifiche dei campi. Proprio in funzione di tale evoluzione, la figura del perito agrimensore si evolve e diviene di primaria importanza, richiedendo competenze maggiori e una solida base culturale rispetto ai secoli precedenti. La stesura delle mappe, difatti, diviene un compito preciso in cui nulla - dalla struttura del segno alla scelta del colore - può essere lasciato all’intuizione personale del singolo. In esse devono essere precisate le aree riservate alle colture, specificandone le qualità, gli spazi destinati alle abitazioni, ai luoghi di ricovero per gli animali, alle piantagioni ad alto fusto, e così via. Sfortunatamente queste mappe fanno parte di una raccolta mutila e interessano porzioni di territorio scaglionate in maniera disomogenea, rendendo impossibile una campionatura regolare e completa dell’agro bolognese tra Seicento e Settecento.
Il volume oggetto d'analisi, redatto dal perito agrimensore Tomaso Cassani a partire dal 1685, è il più antico in possesso di queste collezioni e, con le sue settantadue mappe, anche il più ampio. Non si conosce quale sia stata di preciso la formazione culturale dell’autore. Il Cassani, comunque, mostra precise competenze in più settori, dall’architettura all’idrologia, all’agrimensura, eseguendo perizie di terreni e degli edifici soprastanti, di fabbriche cittadine; presentando progetti per la correzione di corsi d’acqua e d’inalveazione degli stessi, e proponendo rimedi per arginare i danni conseguenti le rotte. Verosimilmente, la sua formazione è avvenuta a bottega, facendo seguito a una tradizione familiare, dato che si conoscono altri agrimensori che rispondono al nome Cassani. Inoltre, Tomaso Cassani firma stime e valutazioni per vendite e permute e, spesso, le carte da lui disegnate costituiscono prova in cause pendenti presso il Foro bolognese. Alcune mappe, alla fine del volume, mostrano l’intervento di un’altra mano, che dovrebbe ricondursi, anche laddove non specificato, a quella di Angelo Zanardi.
Soggetto o iconografia
La tavola a due pagine, circoscritta in un riquadro a doppia riga d'inchiostro, è inerente a fabbricati appartenenti a più proprietari. Tomaso Cassani è qui chiamato come agrimensore ufficiale dal Foro Arcivescovile per rilevare le condizioni della costruzione e le spettanze di ciascuna delle parti interessate. Si tratta di due edifici che formavano la chiusura dell'isolato compreso tra le attuali via Sant'Apollonia, via Belmeloro e via dei Vinazzetti. La tipologia è tipica delle case in linea poste agli angoli esterni dell'isolato. Gli accessi fonamentali sono due e si trovano in via Sant'Apollonia (Gattamarza) e in via dei Vinazzeti (Vinazzi). I fabbricati confinano con i beni delle madri dei Ss. Vitale ed Agricola.
Bibliografia
F. Varignana (a cura di), Le Collezioni della Cassa di Risparmio in Bologna - I disegni 2. mappe agricole e urbane del territorio bolognese dei secoli XVII e XVIII, Bologna 1974.
Note
Nel volume di Cassani è indicata come Tavola 14.