Tavola XXXIII, Volume "Piante di Bologna"

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Tavola XXXIII, Volume "Piante di Bologna"

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Inventario
M3371 (rep.2/32)
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Firma
Tecnica e supporto
Acquerello, inchiostro e tracce di grafite su carta filigranata.
Misure foglio (in mm)
450 x 335 ciascuna pagina.
Iscrizioni
"Adi 28 d'aprille 1687. / Pianta delli beni posti nel Comune della / Pegola spetanti all'Ill.ma Sg.ra Bulgarina Rossi / apresso le sue nottate confine quali sono detti terreni valivi / segarezzi prativi delle misure sotto nottate. Prima / la lettera A. sono due fette di Tornature 4 suo valore con casa lire 1575 / B. due altre simille di Tornature 3 1/2 con casa vale lire 1230 / C. Prato detto il casone sono Tornature 2 1/2 con casa lire 550 / D. Prato detto la calcarara con casa sopra et è / Tornature 3 1/2 vale lire 730 con prato di Tornature 5 vale lire1200 / Segnato E. il loco detto la casa bianca è Tornature 16 / con casa sopra vale lire 2180; un loco in Comune / di Macaredo senza casa vale lire 700 / una parte di casa in Malalbergo / vale lire 400".
Notizie storico critiche
Le mappe agricole e urbane presenti all’interno di queste collezioni, costituiscono una preziosa testimonianza di com’era il territorio bolognese tra il XVII e il XVIII secolo. Redatte con lo scopo di delimitare con certezza le singole proprietà private, queste mappe sono state un utile strumento per risolvere ogni possibile questione inerente ai diritti e ai regolamenti della proprietà terriera, soprattutto in un periodo di grandi cambiamenti come quello di cui esse sono testimoni. Nei primi anni del Settecento, infatti,vengono introdotte riforme di stampo protocapitalista che portano a una vera e propria rivoluzione dell’economia, in particolar modo per quella basata sull’agricoltura. I possedimenti terrieri incominciano a essere considerati come sorgenti di profitti destinati ad aumentare sempre di più. Nasce da questa consapevolezza la necessità di una conoscenza più approfondita di essi da parte degli stessi proprietari che, dopo secoli di disinteresse, richiedono sempre più informazioni sui terreni e sulle loro caratteristiche, sulle tecniche di coltura e i loro sviluppi, e incominciano a progettare riorganizzazioni e bonifiche dei campi. Proprio in funzione di tale evoluzione, la figura del perito agrimensore si evolve e diviene di primaria importanza, richiedendo competenze maggiori e una solida base culturale rispetto ai secoli precedenti. La stesura delle mappe, difatti, diviene un compito preciso in cui nulla - dalla struttura del segno alla scelta del colore - può essere lasciato all’intuizione personale del singolo. In esse devono essere precisate le aree riservate alle colture, specificandone le qualità, gli spazi destinati alle abitazioni, ai luoghi di ricovero per gli animali, alle piantagioni ad alto fusto, e così via. Sfortunatamente queste mappe fanno parte di una raccolta mutila e interessano porzioni di territorio scaglionate in maniera disomogenea, rendendo impossibile una campionatura regolare e completa dell’agro bolognese tra Seicento e Settecento.
Il volume oggetto d'analisi, redatto dal perito agrimensore Tomaso Cassani a partire dal 1685, è il più antico in possesso di queste collezioni e, con le sue settantadue mappe, anche il più ampio. Non si conosce quale sia stata di preciso la formazione culturale dell’autore. Il Cassani, comunque, mostra precise competenze in più settori, dall’architettura all’idrologia, all’agrimensura, eseguendo perizie di terreni e degli edifici soprastanti, di fabbriche cittadine; presentando progetti per la correzione di corsi d’acqua e d’inalveazione degli stessi, e proponendo rimedi per arginare i danni conseguenti le rotte. Verosimilmente, la sua formazione è avvenuta a bottega, facendo seguito a una tradizione familiare, dato che si conoscono altri agrimensori che rispondono al nome Cassani. Inoltre, Tomaso Cassani firma stime e valutazioni per vendite e permute e, spesso, le carte da lui disegnate costituiscono prova in cause pendenti presso il Foro bolognese. Alcune mappe, alla fine del volume, mostrano l’intervento di un’altra mano, che dovrebbe ricondursi, anche laddove non specificato, a quella di Angelo Zanardi.
Soggetto o iconografia
Pianta eseguita dal Cassani per la valutazione dei beni della signora Bulgarina Rossi all'interno della comunità della Pegola di Malalbergo. Il nucleo maggiore di possedimenti è in basso, tra la fossa detta la Calcarara e il canale detto Molino della Ca' Diosa.
Confinanti sono: Girolamo Alamandini, il senatore Ghisilieri, Alessandro Gratta, i padri di San Procolo, Giuseppe Grandi, Zanella e Nicolò Bergamo.
Bibliografia
F. Varignana (a cura di), Le Collezioni della Cassa di Risparmio in Bologna - I disegni 2. mappe agricole e urbane del territorio bolognese dei secoli XVII e XVIII, Bologna 1974.
Note
Nel volume di Cassani è indicata come Tavola 32.