Temperanza
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M5074
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Notizie storico artistiche
Datazione
Inventore
Carracci Annibale (Bologna 1560- Roma 1609)
Disegnatore
Aquila Pietro (Marsala 1630 ca.- Alcamo 1692)
Luogo e anno di edizione
Roma, 1677
Stampatore
Serie
Imagines Farnesiani Cubiculi...
Tecnica e supporto
Acquaforte
Misure foglio (in mm)
230x538
Misure immagine (in mm)
230x538
Iscrizioni incise
"Annibal Carraccius pinx. in Aedibus farnesianis / Petrus Aquila delin et sculpsit / Io Iacobus de Rubeis Romae ad Templ. S. Mariae de Pace cu. priv. S. Pont"
Marche e altre note manoscritte
Sul verso, Edgardo Grazia riporta a matita: "Pietro Aquila, pittore e incisore (Marsala 1640-Roma c. 1700) / "Decorazione" dagli affreschi di Annibale Carracci / a Palazzo Farnese"
Notizie storico critiche
Giunto a Roma verso il 1670 circa, Pietro Aquila si affermò come incisore in rame, dedicandosi specialmente alla divulgazione di molte fra le più notevoli pitture di cui gli edifici sacri e profani di Roma si ornavano a quel tempo. L'impresa maggiore dell'artista è costituita dalla riproduzione delle pitture carraccesche in Palazzo Famese edite in due serie: Galeriae Farnesianae Icones Romae in Aedibus... Ducis Parmensis...(Bacco ed Arianna ed altri soggetti mitologici in 21 fogli); Imagines Farnesiani cubiculi...(Le fatiche d'Ercole in 13 fogli). Il progetto editoriale, concepito con tutta probabilità da Pietro Bellori e Carlo Maratta, nacque per sostituire le suite della decorazione di Galleria Borghese di Jacques Belly e quella di Carlo Cesi che da anni circolavano dentro e fuori la città e che avevano sollevato qualche insoddisfazione. Lo stesso Bellori aveva pubblicato nel 1657 il progetto intitolato "Argomento della Galeria Farnese dipinta da Annibale Carracci, disegnata e intagliata da Carlo Cesio". Tuttavia, vent'anni dopo, tale volume risultava carente e non rappresentativo del linguaggio carraccesco ne della spazialità dell'edificio. Con programma editoriale del 1677 Bellori "voleva che dall'insieme risultasse a pieno quel concerto d'immagini che meravigliosamente inganna i sensi del guardante, facendo prendere per verosimile il popolo di figure di varia natura, carnale e marmorea, colorita e monocroma, impegnata nella volta straordinaria a sostenere li architravi, a presentare i medaglioni, a reggere le storie finte come arazzi, a mostrarsi in bilico sui cornicioni, a recitare nobili e drammatiche parti dentro le storie, a volare nel cielo immaginato a vista al di là delle aperture finte dell'architettura. Ma voleva anche le raffigurazioni di tutto quanto di vero, non solo di finto, era incastonato nelle pareti dell'ambiente reale, le sculture antiche della prestigiosa raccolta farnesiana, i busti negli ovali fra le lesene, le statue nelle nicchie fra le porte; ossia il mondo ideale dell'amatore di cose antiche, favole e cimeli, con il quale si era identificato il cardinal Odardo Farnese, committente dell'opera alla fine del Cinquecento, e con il quale a maggior ragione si identificava ora lui stesso, l'intendente per eccellenza, Giovan Pietro Bellori" (Borea p. 311). Il rilancio dei capolavori carracceschi in questo progetto unitario seguiva logicamente l'esaltazione condotta dallo stesso Bellori nel 1672 con "Le vite de' pittori, scultori et architetti moderni".
Giovanni Giacomo de' Rossi presentato in calce all'incisione con il nome di Iacobus de Rubeis.
Giovanni Giacomo de' Rossi presentato in calce all'incisione con il nome di Iacobus de Rubeis.
Soggetto o iconografia
Temperanza
Bibliografia
Borea E., Lo specchio dell'arte italiana. Stampe in cinque secoli, Edizioni della Normale, Pisa, 2009, vol. I, pp. 308-311.
Petrucci A., Aquila Pietro, Dizionario Biografico degli Italiani, 1961.
Petrucci A., Aquila Pietro, Dizionario Biografico degli Italiani, 1961.