Tommaso Bernetti
Tommaso Bernetti
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Luogo e anno di edizione
Bologna, XIX sec.
Editore
Tecnica e supporto
Litografia
Misure foglio (in mm)
189 x 142
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Tommaso Bernetti (Fermo, 1779 – 1852) è stato un cardinale italiano, Cardinal Segretario di Stato dal 1828 al 1829 e dal 1831 al 1836. Figlio del conte Salvatore Bernetti e della contessa Giuditta Brancadoro e nipote del cardinale Cesare Brancadoro.Studiò legge e letteratura all'Università di Fermo, quindi andò a Roma dove il 21 febbraio 1801 ricevette la tonsura ecclesiastica. Si trasferì a Parigi, più tardi a Reims e infine a Fontainebleau con suo zio, il cardinale Brancadoro, quando i francesi invasero Roma nel 1809 e il cardinale fu costretto ad andare in esilio.
Nel 1814 tornò a Roma con suo zio e il 3 maggio 1815 fu nominato prelato e delegato apostolico straordinario delle province di Macerata, Fermo, Ascoli e del ducato di Camerino, carica che rivestì fino al ristabilimento del governo papale nel luglio 1815.
Fu incaricato della negoziazione per il ritiro di Gioacchino Murat dopo che i francesi furono sconfitti dagli austriaci nel 1815 e quindi fu nominato prolegato a Ferrara dal 6 luglio 1815 al 6 settembre 1816.
Il 7 giugno 1820 fu scelto come governatore di Roma e vicecamerlengo di Santa Romana Chiesa, incarichi che svolse fino al 1826.
Nel conclave del 1846 l'imperatore d'Austria esercitò nei confronti del cardinale Bernetti il diritto di veto.
Fu vicecancelliere di Santa Romana Chiesa e sommista delle lettere apostoliche fino alla morte e optò per il titolo cardinalizio di San Lorenzo in Damaso, proprio del suo ufficio.
Cercò rifugio a Sant'Elpidio in seguito all'assassinio di Pellegrino Rossi e raggiunse Papa Pio IX a Gaeta nel 1848.
Tornò infine a Fermo nel 1849, dove restò fino alla morte, il 21 marzo 1852 all'età di 72 anni. Il suo corpo fu sepolto nella tomba di famiglia nel duomo della città.
Nel 1814 tornò a Roma con suo zio e il 3 maggio 1815 fu nominato prelato e delegato apostolico straordinario delle province di Macerata, Fermo, Ascoli e del ducato di Camerino, carica che rivestì fino al ristabilimento del governo papale nel luglio 1815.
Fu incaricato della negoziazione per il ritiro di Gioacchino Murat dopo che i francesi furono sconfitti dagli austriaci nel 1815 e quindi fu nominato prolegato a Ferrara dal 6 luglio 1815 al 6 settembre 1816.
Il 7 giugno 1820 fu scelto come governatore di Roma e vicecamerlengo di Santa Romana Chiesa, incarichi che svolse fino al 1826.
Nel conclave del 1846 l'imperatore d'Austria esercitò nei confronti del cardinale Bernetti il diritto di veto.
Fu vicecancelliere di Santa Romana Chiesa e sommista delle lettere apostoliche fino alla morte e optò per il titolo cardinalizio di San Lorenzo in Damaso, proprio del suo ufficio.
Cercò rifugio a Sant'Elpidio in seguito all'assassinio di Pellegrino Rossi e raggiunse Papa Pio IX a Gaeta nel 1848.
Tornò infine a Fermo nel 1849, dove restò fino alla morte, il 21 marzo 1852 all'età di 72 anni. Il suo corpo fu sepolto nella tomba di famiglia nel duomo della città.