Tre uomini al tavolo

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Tre uomini al tavolo

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Notizie storico artistiche

Datazione
Tecnica e supporto
penna su carta
Misure foglio (in mm)
185 x 248
Iscrizioni
sul controfondo: L'Orto/1935, n. XIV, p. 11/Tomea
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Fiorenzo Tomea, ultimo di dieci figli, nel 1920, dopo la scomparsa del padre, si trasferisce a Milano a soli 12 anni assieme al fratello Giovanni, ed esercita vari mestieri. Tornato a Zoppè di Cadore, conosce un pittore veronese che gli regala dei residui di colori con i quali inizia a disegnare le prime figure e lo informa dell'esistenza di un'Accademia a Verona. Nel 1926 si trasferisce a Verona, dove frequenta per due anni i corsi serali all'Accademia Cignaroli. Conosce Birolli e Manzù, che incontra nuovamente al suo ritorno a Milano. Nella città lombarda entra in contatto con Sassu, Grosso, Broggini, Cassinari e Persico. Nel 1931va a Firenze per il servizio militare e conosce Ottone Rosai. Tre anni dopo, assieme a Sassu, parte alla volta di Parigi. Nella capitale francese Tomea studia con interesse soprattutto Ensor, Van Gogh, gli impressionisti e Cézanne, e ha modo di conoscere personalmente Severini e De Pisis.Nel 1935 torna in Italia e si stabilisce definitivamente a Milano. Nella sua pittura i temi si moltiplicano: accanto ai paesaggi compaiono scheletri, maschere, composizioni con candele. Nel 1939 espone alla Permanente di Milano con il gruppo di Corrente. Richiamato alle armi, è destinato a Udine: nell'anno della sua permanenza friulana ritrae in alcuni disegni la vita dei militari. La Biennale gli dedica nel 1942 una sala personale. Nella pittura di Tomea si riscontra, in coincidenza con la guerra, un incupimento che verrà meno solo nella seconda metà degli anni Quaranta. Nel decennio successivo i paesaggi, soprattutto invernali, si fanno numerosi. Sono questi gli anni in cui Tomea ottiene anche numerosi riconoscimenti.

Nata nel 1931 la rivista L'Orto, mensile di arte e letteratura, fondata dai giovani Giorgio e Otello Vecchietti, Corrado Corazza, Nino Bertocchi e Giovanni Poggeschi, a cui si aggiungerà poco dopo il veneto Giuseppe Marchiori, mantiene un atteggiamento prudente nei confronti del regime ed eclettico nel gusto, rinunciando a etichette e programmi. Pubblicata fino al 1939, la rivista presenta opere dei migliori artisti locali, da Nino Bertocchi a Lea Colliva, da Bruno Saetti a Mario Pozzati, e accoglie contributi esterni prestigiosi: Piero Bargellini, Umberto Saba, Mario Luzi, tra gli altri.
Bibliografia
L'Orto, anno 1935, n.14 pag.11; L'Orto, anno 1931, n.3 pag.5; "L'Orto" rivista di lettere e arte. Un'avventura culturale nella Bologna degli anni Trenta, Bologna 2019, p.84
Mostre
L'Orto, anno 1931, n.3 pag.5; "L'Orto" rivista di lettere e arte. Un'avventura culturale nella Bologna degli anni Trenta (Bologna 2019)