Veduta interna della sala della Biblioteca Universitaria
Veduta interna della sala della Biblioteca Universitaria
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Inventore
Brunetti F.
Luogo e anno di edizione
Bologna, XIX sec.
Editore
Stampatore
Tecnica e supporto
Litografia
Misure foglio (in mm)
337x394
Notizie storico critiche
Per Luigi Ferdinando Marsigli al centro dell'attività dell'Istituto delle Scienze doveva esserci fin dall'inizio una ricca biblioteca, provvista di libri delle migliori edizioni, curata da un bibliotecario di ruolo e affiancata da un gabinetto per la rilegatura e da una stamperia. Nel 1735 si aprì la possibilità di sfruttare nuovi spazi nel palazzo e l'architetto Carlo Francesco Dotti progettò un grande "vaso" rettangolare con otto ampie finestre, terminato nel 1744. Al completamento della biblioteca diede grande impulso il cardinale Lambertini, poi papa Benedetto XIV, che promosse lasciti, donò la sua personale libreria e una pregevole raccolta di stampe, e fece costruire, a proprie spese, le scansie "in splendida noce di vena". A coronamento dei lavori dell'Aula Magna, nel 1759 vennero collocati in cima alle scansie i busti in terracotta dipinta di 28 bolognesi, opera degli scultori Petronio Tadolini, Filippo Scandellari e Filippo Balugani. Nel 1777-79 Gian Giacomo Dotti, succeduto al padre, costruì nuove sale per la biblioteca, mentre al piano inferiore si installò la stamperia di Petronio della Volpe.
Nel periodo napoleonico la biblioteca dell'Istituto delle Scienze fu spogliata dai francesi di parecchi codici e incunaboli. Per converso, vi confluirono i manoscritti più preziosi delle biblioteche e degli archivi dei conventi soppressi. Di medesima provenienza furono varie suppellettili e scansie. L'architetto Angelo Venturoli potè rinnovare l'antica libreria del Piacentini con scaffali della soppressa biblioteca dei francescani.
(notizie desunte da https://www.bibliotecasalaborsa.it/luoghi/biblioteca_universitaria)
Nel periodo napoleonico la biblioteca dell'Istituto delle Scienze fu spogliata dai francesi di parecchi codici e incunaboli. Per converso, vi confluirono i manoscritti più preziosi delle biblioteche e degli archivi dei conventi soppressi. Di medesima provenienza furono varie suppellettili e scansie. L'architetto Angelo Venturoli potè rinnovare l'antica libreria del Piacentini con scaffali della soppressa biblioteca dei francescani.
(notizie desunte da https://www.bibliotecasalaborsa.it/luoghi/biblioteca_universitaria)