Venditore di drappi

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Venditore di drappi

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Notizie storico artistiche

Datazione
Inventore
Zompini Gaetano (Nevesa della Battaglia 1700-Venezia 1778)
Disegnatore
Zompini Gaetano (Nevesa della Battaglia 1700-Venezia 1778)
Luogo e anno di edizione
Venezia, 1785
Serie
Le arti che vanno per via nella città di Venezia
Tecnica e supporto
Acquaforte
in corrispondenza del bordo destro si scorge una filigrana parzialmente visibile con la lettera "G".
Misure foglio (in mm)
435x279
Misure battuta (in mm)
262x177
Misure immagine (in mm)
252x174
Iscrizioni incise
"Mi compro drapi vechi per revender / Fornimenti de casa d'ogni sorte / Ma per vanzar son cauto assae in tel spender / 58"
Marche e altre note manoscritte
Sul verso a matita Edgardo Grazia riporta: "Zompini Gaetano, pittore e incisore di Nervesa (1702-1778) / "Il venditore di drappi e mobili vecchi" dalla serie di 6 incisioni: / "Mestieri veneziani" - Venezia MDCCLXXXV"
Notizie storico critiche
La stampa faceva parte di una serie di incisioni intitolata "Le arti che vanno per via nella città di Venezia", per la cui pubblicazione venne domandato il privilegio il novembre del 1746 e venne concesso l'anno successivo. Incise all'acquaforte, queste stampe portano uno stile sobrio e lontano da accenti comici o sentimentalismi vari, deriva possibile per tutte le serie di incisioni di genere popolaresco tipologicamente derivate dalle Arti di Bologna di Annibale Carracci e rese note al largo pubblico da Simon Guillain e ancora stampate nel corso del Settecento. Pallucchini (1941) rileva un collegamento con la raccolta seicentesca delle "Arti di Bologna che vanno per via" incise da G.M. Mitelli e apporta un commento positivo relativo alla capacità di Zompini di documentare motivi popolari attraverso «una corsività ingenua e non priva di spirito».
Per autopromuoversi nell'impresa, l’artista fece stampare un foglio volante indirizzato «agli amatori delle stampe», nel quale la descriveva come una raccolta di cento incisioni raffiguranti «tutte le arti solite ad esercitarsi in Venezia da persone che girano tutto giorno per l’esercizio delle medesime» (Succi, 2013). Le prime quaranta incisioni vennero pubblicate nel 1753. Particolarmente fortunata, la quinta edizione del 1785 pubblicata postuma e alla quale appartiene anche questo esemplare.

Nella memoria consegnata da Ganmaria Sasso ad introduzione dell'edizione del 1785, si comunicano dei dati essenziali in merito alla formazione dell'artista, il cui linguaggio viene collocato tra quello della maniera di Cavalier Bambini e quello di Sebastiano Ricci. L'attività incisoria di Zompini rimase oscurata per circa un secolo e rilevata positivamente da Cicognara nel 1821 quando
Bibliografia
F. Beccanelli, Gaetano Zompini, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 100, 2020.
D. Succi, Z., G., in Da Carlevarijs ai Tiepolo. Incisori veneti e friulani del Settecento (catal., Gorizia-Venezia), a cura di D. Succi, Venezia 1983, pp. 451-463.
D. Succi, La Serenissima nello specchio di rame. Splendore di una civiltà figurativa del Settecento in L’opera completa dei grandi maestri veneti, II, Castelfranco Veneto 2013, pp. 748-769.
R. Pallucchini, Gli incisori veneti del Settecento, Venezia, 1941.