Visione di S. Francesco
Visione di S. Francesco
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M5392
Categoria:
Donazione:
Notizie storico artistiche
Datazione
Inventore
Carracci Ludovico (Bologna 1555-1619)
Disegnatore
Viani Giovanni Maria
Tecnica e supporto
Acquaforte
Misure foglio (in mm)
280x315
Misure battuta (in mm)
222x253
Misure immagine (in mm)
217x245
Iscrizioni incise
in basso a sinistra: "Ludou. Caracci Inent. pinx"; a destra: "Io.M.Viani inc."
Marche e altre note manoscritte
Nel verso, a matita Edgardo Grazia riporta:
"Giovanni Maria Viani, pittore ed incisore (Bologna1635-1700)
'Visione di S. Francesco' da Ludovico Carracci, il cui quadro a olio su tela cm. 102 x 99, già nella raccolta West di Londra, trovasi in proprietà del Prof. Otto Laux di Amsterdam"
"Giovanni Maria Viani, pittore ed incisore (Bologna1635-1700)
'Visione di S. Francesco' da Ludovico Carracci, il cui quadro a olio su tela cm. 102 x 99, già nella raccolta West di Londra, trovasi in proprietà del Prof. Otto Laux di Amsterdam"
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
La stampa è tratta dal dipinto omonimo oggi conservato al Rijksmuseum di Amsterdam, datato tra il 1583 e il 1585. Alcuni studiosi hanno voluto identificare il santo con Sant'Antonio, almeno fino al 1975 anno in cui Graas si espresse in maniera convincente per un ritorno alla vecchia identificazione. L'apparizione del Bambino a Sant'Antonio avviene infatti in una casa e senza la presenza della Vergine, mentre il dipinto rappresenta esattamente la leggenda di San Francesco nel momento in cui viene trovato nel bosco da un compagno che testimonia di avere assistito alla visione della Madonna che porgeva al Santo il Bambino Gesù. Ludovico fu probabilmente il primo a rappresentare questo soggetto, che divenne assai frequentato verso lo scadere del secolo in ragione delle nuove istanze di riforma post tridentina promosse dai cappuccini in seno all'ordine dei Francescani. Lo dimostrano, tra gli altri, gli esemplari realizzati da Agostino, da Annibale, da Domenichino e da Guercino.
Si segnala la presenza di un'altra incisione tra le collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna (Inv. 4974) con lo stesso soggetto ma da cui si rileva anche un'inscrizione al conte Gioseffo Pepoli: ALL'ILL.MO SIG.RE PRON COLL.MO IL SIG. R CO. VGHO GIOSEFFO PEPOLI. Tale inscrizione si intravede anche nel caso di questa stampa, ma risulta mutila ed è dunque rintracciabile solo per qualche millimetro appena sotto la linea di battuta.
Si segnala la presenza di un'altra incisione tra le collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna (Inv. 4974) con lo stesso soggetto ma da cui si rileva anche un'inscrizione al conte Gioseffo Pepoli: ALL'ILL.MO SIG.RE PRON COLL.MO IL SIG. R CO. VGHO GIOSEFFO PEPOLI. Tale inscrizione si intravede anche nel caso di questa stampa, ma risulta mutila ed è dunque rintracciabile solo per qualche millimetro appena sotto la linea di battuta.
Bibliografia
G. Gaeta Bertelà (a cura di), Pinacoteca Nazionale di Bologna. Gabinetto disegni e stampe. Incisori bolognesi ed emiliani del Settecento, Bologna 1974, n. 874, 875. G. Perini, "L'uom più grande in Pittura che abbia avuto Bologna": l'alterna fortuna critica e figurativa di Ludovico Carracci, in A. Emiliani (a cura di), Ludovico Carracci, cat. mostra, Bologna 1993, p. 339, n. 2 (col titolo di Visione di Sant'Antonio)