Donazione Grassi Romiti

Donatore: Grassi Romiti Giovanna

Data di donazione: 2006

Donazione

Nel 2006 sono pervenute alle Collezioni d’arte e di storia della Fondazione oltre settanta opere di Sergio Romiti - tra dipinti, disegni e stampe - che si sono aggiunte alle diciassette che la Fondazione ha acquisito tra il 1994 e il 2005. La donazione ha reso possibile una documentazione quanto mai ampia della produzione dell’artista e delle diverse fasi della sua evoluzione formale. Al nobile gesto della vedova Giovanna Grassi Romiti la Fondazione ha risposto con iniziative di ampia valorizzazione:

- 2006, mostra: Sergio Romiti a Casa Saraceni. L’Odissea dell’oggetto, mostra a cura di M.A. Bazzocchi, Casa Saraceni, 24 marzo - 10 maggio 2006

- 2006, catalogo della mostra: L’Odissea dell’oggetto. Sergio Romiti a Casa Saraceni, cat. della mostra a cura di M.A. Bazzocchi, Bologna, Bononia University Press, 2006

- 2019, promozione del catalogo generale dei dipinti: Sergio Romiti. Catalogo ragionato dei dipinti, a cura di G. Salvatori, con saggi di M. Calvesi e S. Parmiggiani, Bologna, Bononia University Press, 2019, 2 voll. 

- 2020, mostra: Una monografia una donazione. Le essenzialità pittoriche di Sergio Romiti, mostra a cura di A. Mazza, Casa Saraceni, 31 gennaio - 1 maggio 2019

- 2020, promozione del catalogo generale dell’opera grafica: Sergio Romiti. Catalogo ragionato dell’opera grafica, a cura di S. Parmiggiani, Bologna, Bononia University Press, 2020


Donatore

Si deve all'intelligenza e alla sensibilità di Giovanna Grassi Romiti, moglie dell’artista, l’importante donazione che lega stabilmente l’immagine di Sergio Romiti alla sua città. Anche il progetto editoriale del catalogo ragionato dei dipinti e dell’opera grafica è stato seguito costantemente dalla donatrice con ferma determinazione. Lo stesso impianto critico molto deve alla sua lucida visione e alla sua disponibilità.

Descrizione

Sergio Romiti, protagonista dell’arte italiana dagli anni Cinquanta del Novecento fino alla scomparsa avvenuta nel 2000, è presente nei musei europei e americani; non solo per il ruolo di spicco che ha svolto nella sua città, così da attirare l’attenzione dell’accreditata critica d’arte bolognese, da Francesco Arcangeli ad Andrea Emiliani, da Flavio Caroli a Pier Giovanni Castagnoli, da Claudio Spadoni a Marco Antonio Bazzocchi, ma per l’effettiva novità della sua pittura che, muovendo da forma picassiane e intervenendo sulle premesse morandiane con processi di geometrizzazione del reale, perviene, attraverso una tormentata rappresentazione degli oggetti nella severa visione cromatica, alla definizione di forme del tutto personali, segnate a volte da tensioni drammatiche che sembrano preannunciare la tragica conclusione della sua esistenza.