Gustavo Modena
Gustavo Modena
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F31122
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Donazione:
Notizie storico artistiche
Datazione
Disegnatore
Frulli Achille (Bologna, 1829 - 1855)
Luogo e anno di edizione
Bologna, 1847
Editore
Stampatore
Tecnica e supporto
Litografia alla matita
Misure foglio (in mm)
294 x 195
Fondo/Raggruppamento
Notizie storico critiche
Gustavo Modena (Venezia 1803 - Torino 1861), laureatosi in legge all'università di Bologna cominciò a recitare prima come dilettante; poi come primo attore giovane (1824) con S. Fabbrichesi, primo attore (1827) con A. Rafstopulo, poi con suo padre e C. Polvaro (1828), ottennendo strepitosi successi.
Partecipò ai moti carbonari del 1831; quindi dovette riparare all'estero, ove entrò in contatto con la Giovine Italia e con Mazzini. Durante l'esilio fu costretto ai più umili mestieri. A Londra suscitò vasti consensi declamando i canti della Divina Commedia. Tornato (1839) nel Lombardo-Veneto, vi costituì una compagnia con la quale per 7 anni esercitò una regolare attività negli stati d'Italia in cui gli era consentito l'ingresso. Dal 1846 si dedicò prevalentemente alla lotta politica alternandola con recite saltuarie che gli consentivano di spostarsi nei più diversi punti della penisola. Dopo le sconfitte del 1848-49, si ritirò in Piemonte. Nemico dell'enfasi, attuò un proprio stile che dai contemporanei fu detto "parlato"; fu il maggiore attore della prima metà dell'Ottocento.
Partecipò ai moti carbonari del 1831; quindi dovette riparare all'estero, ove entrò in contatto con la Giovine Italia e con Mazzini. Durante l'esilio fu costretto ai più umili mestieri. A Londra suscitò vasti consensi declamando i canti della Divina Commedia. Tornato (1839) nel Lombardo-Veneto, vi costituì una compagnia con la quale per 7 anni esercitò una regolare attività negli stati d'Italia in cui gli era consentito l'ingresso. Dal 1846 si dedicò prevalentemente alla lotta politica alternandola con recite saltuarie che gli consentivano di spostarsi nei più diversi punti della penisola. Dopo le sconfitte del 1848-49, si ritirò in Piemonte. Nemico dell'enfasi, attuò un proprio stile che dai contemporanei fu detto "parlato"; fu il maggiore attore della prima metà dell'Ottocento.