Donazione Arcangeli
Donatore: Arcangeli Bianca Rosa
Donazione
Si può dire che le Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo possiedano la quasi totalità delle opere appartenute al noto critico Francesco Arcangeli scomparso cinquant’anni fa, nel 1974; e ciò grazie a due donazioni effettuate dalla sorella Bianca Rosa (in arte “Rosalba”). La prima comprende una quindicina di opere - le più importanti fra quante decoravano l’appartamento di Strada Maggiore - che sono state oggetto della mostra “Rosalba il riverbero della memoria” curata da Beatrice Buscaroli nel 2007 in questa medesima sede di Casa Saraceni; la seconda, pervenuta alla Fondazione dopo la sua morte, include, oltre a un nucleo alquanto folto di opere grafiche della stessa Rosalba ora conservate presso la Biblioteca di San Giorgio in Poggiale, un centinaio di opere per lo più di modesto valore che delineano un ritratto inedito, intimo e familiare, di Francesco Arcangeli critico d’arte.
Donatore
Ultimo membro della famiglia Arcangeli, Bianca (1913-2007), ebbe come priorità la promozione del talento dei tre fratelli, divenendo fedele custode delle loro memorie: Gaetano (1910-1970) il poeta, Nino (1905-1965) il musicista, Francesco (1915-1974) lo storico dell'arte. La casa di famiglia, in Strada Maggiore 49, dove insieme abitarono sino alla fine, fu un fervido centro di cultura, frequentato da pittori come Filippo De Pisis e letterati come Giorgio Bassani. Unica donna di quattro fratelli, la giovane Bianca viene avviata allo studio della ragioneria e comincia a lavorare come dattilografa presso l'agenzia di trasporti Gondrand, ma per questioni di salute è costretta a lasciar presto il lavoro. Sensibile e portata al disegno fin dalla più tenera infanzia (ricordava sorridendo di una nota presa in classe durante l'ora di francese perché "disegnava pupazzetti" sui quaderni), frequenta l'università e si laurea con una tesi sulle altane bolognesi. Comincia poi a insegnare Disegno in una scuola media, professione che esercita per tutta la sua vita. A partire dagli inizi degli anni Quaranta si dedica alla pittura, e con lo pseudonimo di Rosalba, partecipa a concorsi e rassegne d'arte. Ottiene segnalazioni e premi, tra i quali il «Città di Cervia» nel 1954. Nel 1960 realizza la sua prima personale alla Galleria del Cavallino di Venezia, a cui seguono esposizioni a Varese, Parma, Milano, Bologna, Imola e Ferrara.
Descrizione
I quadri di Francesco Arcangeli sono, per lo più, quadri “umili”. Non compaiono i nomi altisonanti allora sulla cresta dell’onda. Anche il dipinto di Ennio Morlotti non è tra quelli più significativi. Ci sono invece i quadri dei suoi artisti, dei quali curava e presentava le mostre, di quelli che, con ogni probabilità, per stima e riconoscenza erano lieti di fargliene dono. Così è stato fin dal tempo degli “ultimi naturalisti”: scopo di Arcangeli non era inseguire le mode o la fama, ma interpretare la realtà del proprio tempo attraverso l’opera di artisti che fossero in grado di coglierne le inquietudini e i momenti di crisi. Scorrere la collezione di dipinti significa ripercorrere la sua carriera di critico, coglierne una volta di più i presupposti teorici: si incontrano gli ultimi naturalisti quali Vacchi, Ciangottini, Rossi e, ovviamente, Mandelli e ci sono personalità della generazione successiva come Bottarelli, ma anche artisti misconosciuti o quasi, nei quali Arcangeli ha intravisto un’idea luminosa. A questi ha dedicato pagine di alta critica d’arte, perché talento, creatività e sensibilità non si giudicano con il metro del successo. Ne emerge una personalità autentica, nobilmente e romanticamente “provinciale”, tenacemente legata alla propria terra e alla propria storia.