Donazione Fondazione Furio Farabegoli 2012

Donatore: Fondazione Furio Farabegoli

Data di donazione: 2012

Donazione

Grazie alla donazione da parte della Fondazione Artigianato e Cultura Furio Farabegoli sono pervenuti nel 2012 alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna alcuni importanti oggetti d’arte e arredi, tra i quali spiccano una poltrona settecentesca provvista dello stemma della famiglia Pepoli, appartenuta, secondo la tradizione familiare, al cardinale Prospero Lambertini, un esemplare degli Statuta urbis Ferrariae reformata anno D.ni MDLXVII novissime escussa, stampato a Ferrara da Francesco Succi nel 1624, un’opera di Pietro Manai con una figura maschile eseguita su acetato e, soprattutto, un importante dipinto bolognese della prima metà del Seicento da ricondurre alla mano di Giovanni Battista Bertusio, allievo di Ludovico Carracci.

Il volume Statuta Urbis Ferrariae reformata anno D.ni MDLXVII novissime escussa, Ferrara, per Francesco Succi, 1624, è stato sottoposto a integrale restauro a cura della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. La tela di Giovanni Battista Bertusio e l’opera di Piero Manai sono state esposte in mostre temporanee realizzate a Casa Saraceni sul tema delle Acquisizioni e delle Donazioni nel 2014 e il loro studio è stato affrontato nel relativo catalogo a stampa.


Donatore

La Fondazione Furio Farabegoli, fondazione culturale senza scopi di lucro, giuridicamente riconosciuta, dedicata alla valorizzazione  dell’artigianato italiano e intitolata al senatore cesenate, uno dei pionieri dell’associazionismo artigiano in Italia e creatore della Federazione Artigiani dell’Emilia Romagna, ha donato alle Collezioni d’arte e di storia della Fondazione Carisbo, nel 2012, alcune opere d’arte e oggetti di artigianato che toccano le diverse tecniche lavorative, dalla fusione all’intaglio, alla grafica e alla stampa.

Descrizione

Delle nove opere donate merita speciale menzione la pala d’altare di Giovanni Battista Bertusio, allievo di Ludovico Carracci, uno dei pittori più richiesti dalle confraternite religiose del Bolognese, le cui opere sono state rintracciate, oltre che nei territori estensi e in Romagna, anche in Lombardia e nelle Marche.