Allegoria della città di Bologna sotto la protezione della B.V. di San Luca

60f6db293c12a10007f158ca

Allegoria della città di Bologna sotto la protezione della B.V. di San Luca

 Genera il pdf
Inventario
BRI 01201; BRI 01202
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo e anno di edizione
Bologna, 1976
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
verticale
Misure immagine (in cm; hxb)
15x10,5
Indicazione di colore
monocromo su cartoncino giallo
Iscrizioni
Nel verso, in basso a sinistra, è riportato: "V centenario della visita annuale della B. Vergine di San Luca alla città di Bologna (1476-1976)". Sullo stesso lato, in alto, è riportato il titolo con la specifica: "disegno di J.A. Calvi, incisione di G. Giorgi, dal "viaggio" dell'a. 1768".
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Allegoria della città di Bologna sotto la protezione della B.V. di San Luca
Bibliografia
Elena Gottarelli, "I viaggi della Madonna di San Luca", Bologna, Tamari, 1976, tav. XXXI.
Note
Le stampe che riproducono i cosiddetti "Viaggi della Madonna di San Luca" furono prodotte in un periodo di tempo compreso tra il 1657 e il 1797. Con il termine "viaggio" si indicava l'opuscolo ove era riproposto l'itinerario processionale che compiva la sacra Immagine una volta scesa in città e per il quale le incisioni fungevano da frontespizio o da antiporta. L'opuscolo era infatti composto da un frontespizio e da tre facciate a stampa, oppure, da un'antiporta alla quale seguivano il frontespizio e due facciate. Dal 1476 i passaggi della Madonna divennero annuali ma, già dal 1436, perchè l'Immagine potesse visitare tutta la città, Bologna fu divisa in quattro quartieri: in tal modo, ogni quattro anni -alternativamente- tutti l'avrebbero accolta. La stampa si riferisce all'anno 1768 ed è dichiaratamente allegorica. Felsina (a destra) chiede alla Vergine di essere posta sotto la sua protezione. Molto probabilmente, chi l'ha eseguita ha seguito i dettami di un committente colto. L'acquaforte è stata incisa da Giuseppe Giorgi su disegno di Jacopo Alessandro Calvi. La stamperia era quella del S. Officio di San Tommaso d'Aquino. Il priore della Compagnia della Morte di quel momento era, come dichiara lo stemma in alto a destra, il Marchese Lucrezio Pepoli.