Angelo Cuccoli con i suoi burattini

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Angelo Cuccoli con i suoi burattini

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Inventario
MISC 00302

Notizie storico artistiche

Datazione
Luogo della ripresa
Bologna, 1904
Oggetto
Positivio fotografico
Forma Specifica dell'Oggetto
positivo b/n incollato su cartoncino bruno
Materia e tecnica
Positivo su carta salata
Orientamento
verticale
Misure immagine (in cm; hxb)
19,5x14,5; con cartoncino 31,5x26,3
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
sul cartoncino, a sinistra si legge “Gennajo 1904”; a destra, “Ad Angelo Cuccoli / che volle e seppe conservare al teatro popolare / bolognese la tradizione e ai suoi / burattini il suo carattere / con affetto / Gualtiero Faccioli”. Sul verso sono stati fatti alcuni conteggi
Notizie storico critiche
Sotto alla fotografia, sul cartoncino è presente un'iscrizione - dedica a Angelo Cuccoli, firmata da Gualtiero Faccioli autore della fotografia, di cui sappiamo che fu un fotografo dilettante, membro del Circolo Fotografico Bolognese, e che verosimilmente espose proprio questa fotografia nel 1905 alla mostra del sodalizio (come attestato dal catalogo della mostra del 1905, p. 29 (notizie tratte da: https://www.fototeca.it/dizionario-dei-fotografi-f/)
Angelo Cuccoli (Bologna, 1834-1905) era il figlio dell'altrettanto noto Filippo. Dopo varie esperienze in compagnie girovaghe, tornò a Bologna e nel 1857 debuttò nel casotto del padre. Dal momento che aveva una voce timida ed incerta, non poteva certo competere con Filippo nella maschera di "Sandrone", pertanto, recuperò quella di "Fagiolino" adattandola alle sue possibilità vocali e mettendo in evidenza l'arguzia e la finezza del personaggio. Dopo circa quindici anni, alla morte del padre, Angelo rifondò tutto il suo repertorio, basandosi sempre sulla commedia dialettale, ma integrandola con originali storie del teatro italiano e francese e adattandola al gusto e ai desideri del popolo bolognese. Tra i suoi collaboratori vi fu anche Augusto Galli, inventore di "Sganapino". I suoi spettacoli, pur saldamente radicati nella tradizione, ben esprimevano il mondo moderno. Quando, nel 1877, venne deciso che il casotto sarebbe stato sfrattato dal Voltone del Podestà vi fu quasi una rivolta popolare. La "baracca" costretta a peregrinare di piazza in piazza, vide poi come luogo di elezione il mercato coperto delle erbe, in piazza San Francesco. Purtroppo, tale marginalizzazione dal tessuto urbano tradizionale portò alla decadenza del teatro di Cuccoli, acuita dal suo ormai precario stato di salute. Negli ultimi anni della sua vita, fu poi costretto a lavorare al chiuso nel teatrino di via dell'Oro e di quello della Nosadella. In quest'ultimo, nel 1904, diede vita alla "Compagnia Felsinea".