Anzola dell'Emilia (BO), villa Lazzari
Anzola dell'Emilia (BO), villa Lazzari
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Luogo della ripresa
Anzola dell'Emilia (BO)
Luogo e anno di edizione
Bologna, s.d.
Data della ripresa
1941 (?)
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Bologna, 30.11.1941
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
10,5x15
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
La cartolina è viaggiata da Bologna a Bentivoglio. Il timbro di spedizione postale risale al 30.11.1941.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Anzola dell'Emilia (BO), villa Lazzari
Bibliografia
https://www.comune.valsamoggia.bo.it.Testi tratti da: “Tra otium e negotium, le Ville di Crespellano”, “Chiese ed oratori di Crespellano”. Ricerche e stesura testi di Silvia Rubini, foto di Valter Baldini e Tiziana Bertacci.
Note
Il territorio di Anzola dell'Emilia è situato fra il torrente Lavino (a levante) e il torrente Samoggia (a ponente), tra le città di Bologna a est e di Modena a ovest. Insediamento di origine antichissima, è nota soprattutto perché insieme a Bologna partecipò alla vittoria della Lega Lombarda nella battaglia di Fossalta (1249). Durante tale battaglia fu fatto prigioniero Enzo, re di Sardegna e figlio di Federico II, che trascorse diversi giorni nel castello di Anzola prima di essere trasferito a Bologna. Oggi è un importante centro agricolo e industriale della via Emilia, in cui sono presenti numerose industrie meccaniche.
La storia di villa Lazzari inizia nella prima metà dell'Ottocento, quando le mappe catastali ne documentano la presenza come "Casino di Ponte Samoggia".
L'area su cui sorge, dall'età napoleonica, era stata inglobata nel Ducato di Galliera, una vastissima proprietà terriera che, dalla via Emilia, giungeva fino al comune di Galliera.
Il ducato era stato creato dal ministro Antonio Aldini per Napoleone, il quale lo assegnò a Eugenio di Beauharnais, figlio di Giuseppina e Viceré d'Italia.
Alla caduta di Napoleone, il ducato fu dapprima acquistato dal marchese De Ferrari di Genova e da questi, verosimilmente entro la metà del secolo, rivenduto ai principi francesi d'Orléans duchi di Montpensier.
Durante quest'ultimo periodo fu edificato il suddetto "casino", adibito probabilmente a residenza di campagna dei principi, il cui stemma compare anche in alcuni altri edifici nei dintorni, e forse a funzioni legate alla caccia.
La trasformazione che portò l'edificio ottocentesco ad assumere le sembianze attuali avvenne agli inizi del Novecento, quando la proprietà fu acquistata dalla famiglia Lazzari, che oltre all'aspetto, ne mutò la funzione, facendone il centro direzionale delle attività agricole, in particolare la coltivazione del grano, svolte nei poderi circostanti.
La villa si presenta come un bell'edificio a sviluppo orizzontale, a tre piani, con scalone esterno posto al centro della facciata principale, dal quale si accede al piano nobile e torretta sulla sommità dell'edificio.
La villa conserva ancora in perfette condizioni, all'ultimo piano, il bellissimo granaio, nel quale pare ancora di avvertire il profumo del suo originario contenuto.
La famiglia Lazzari è tuttora proprietaria della villa, attraverso i suoi discendenti Sapori-Lazzari.
La storia di villa Lazzari inizia nella prima metà dell'Ottocento, quando le mappe catastali ne documentano la presenza come "Casino di Ponte Samoggia".
L'area su cui sorge, dall'età napoleonica, era stata inglobata nel Ducato di Galliera, una vastissima proprietà terriera che, dalla via Emilia, giungeva fino al comune di Galliera.
Il ducato era stato creato dal ministro Antonio Aldini per Napoleone, il quale lo assegnò a Eugenio di Beauharnais, figlio di Giuseppina e Viceré d'Italia.
Alla caduta di Napoleone, il ducato fu dapprima acquistato dal marchese De Ferrari di Genova e da questi, verosimilmente entro la metà del secolo, rivenduto ai principi francesi d'Orléans duchi di Montpensier.
Durante quest'ultimo periodo fu edificato il suddetto "casino", adibito probabilmente a residenza di campagna dei principi, il cui stemma compare anche in alcuni altri edifici nei dintorni, e forse a funzioni legate alla caccia.
La trasformazione che portò l'edificio ottocentesco ad assumere le sembianze attuali avvenne agli inizi del Novecento, quando la proprietà fu acquistata dalla famiglia Lazzari, che oltre all'aspetto, ne mutò la funzione, facendone il centro direzionale delle attività agricole, in particolare la coltivazione del grano, svolte nei poderi circostanti.
La villa si presenta come un bell'edificio a sviluppo orizzontale, a tre piani, con scalone esterno posto al centro della facciata principale, dal quale si accede al piano nobile e torretta sulla sommità dell'edificio.
La villa conserva ancora in perfette condizioni, all'ultimo piano, il bellissimo granaio, nel quale pare ancora di avvertire il profumo del suo originario contenuto.
La famiglia Lazzari è tuttora proprietaria della villa, attraverso i suoi discendenti Sapori-Lazzari.