Aratura a Camaldoli

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Aratura a Camaldoli

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Inventario
MICH. 2464
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
primo decennio sec. XX°
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
18x24
Misure negativo (in cm; hxb)
6x7
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Aratura a Camaldoli
Bibliografia
1) Renzo Renzi, "Bologna 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Casalecchio di Reno (Bo), Grafis/Zanichelli, 1980; 2) Attilio Bertolucci, "Italia 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Bologna, Grafis-Zanichelli, 1981; 3) Franca Varignana, "Le collezioni fotografiche bolognesi. Collezioni d'Arte e di Storia Cassa di Risparmio in Bologna" in "Fotografie e fotografi a Bologna 1839-1990" a cura di Giuseppina Benassati e Angela Tromellini, Bologna, Grafis, 1992, pp. 98-100; 4) "Lo specchio d'inchiostro", testo di Michele Smargiassi, immagini d'archivio dalle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna selezionate da Ghigo Roli, Modena, Artioli, 2000; 5) "Domani si parte. Vacanze nel primo Novecento. Fotografie di Giuseppe Michelini dalle Collezioni d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale", a cura di Beatrice Buscaroli e Angela Nardi, Bologna, Bononia University Press, 2006.
Note
Giuseppe Michelini aveva iniziato ad interessarsi di fotografia intorno al 1890. Potendo contare su una ricca rendita e su tempo libero in abbondanza affinò sempre più la sua produzione. Nei primi anni del Novecento, egli -provetto ciclista- aveva compiuto diverse escursioni e, a maggior ragione, dopo aver acquistato la prima automobile, non di rado con macchina fotografica e treppiede partì per spedizioni turistico-sportive che documentava con le sue riprese. Gli piaceva, inoltre, poter sperimentare ampiamente tecniche nuove, documentare l'esterno e l'interno della casa; ritrarre i suoi figli, i componenti della famiglia e gli amici, quasi a comporre un album narrativo, un vero e proprio diario che si arricchiva di anno in anno. Spesso per i ritratti non disdegnò di utilizzare anche i fondali pittorici come voleva la nuova moda. Attrezzò inoltre un vero e proprio laboratorio di sviluppo e stampa in casa, in modo da produrre positivi in modo autonomo. In questo caso, riprese l'aratura su terreni di proprietà del suocero presso la Villa Aldrovandi Mazzacorati, ora affacciata su via Toscana a Bologna. Lo splendido edificio sorge sul territorio della tenuta di Camaldoli, già Ranuzzi poi Aldrovandi e infine Mazzacorati. Dalla fine dell'Ottocento fu invece della famiglia Sarti Michelini, che qui trascorreva gran parte della stagione primavera-estate. Nel 1937 la villa fu venduta all'Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale, che la adibì a convalescenziario antitubercolare (sanatorio dell'Opera Balilla) e centro di chirurgia pneumo-toracica. Durante la seconda guerra mondiale ospitò i feriti provenienti dai vari fronti e il 14 febbraio 1945 un bombardamento aereo la danneggiò gravemente. A conflitto concluso, la struttura fu intitolata al celebre anatomico medievale Mondino de' Liuzzi e divenne sede della Scuola di Specializzazione in Tisiologia. Dal 1981 una parte dell'edificio è adibito a Centro civico del Quartiere San Ruffillo. La didascalia è quella attribuita dallo stesso autore.