Bentivoglio (Bologna), Palazzo e Molino Pizzardi

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Bentivoglio (Bologna), Palazzo e Molino Pizzardi

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Inventario
BRI / VER. 23

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bentivoglio (Bologna)
Data della ripresa
1902
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta montata su un cartoncino di supporto con profilatura d'oro
Materia e tecnica
aristotipo
Misure immagine (in cm; hxb)
8x11
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul recto del cartoncino di supporto, al centro sotto l'immagine, si legge: " Li 15 Agosto 1902. Palazzo e Molino Pizzardi al Bentivoglio". Nell'angolo inferiore destro compare il timbro del fotografo/collezionista.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bentivoglio (Bologna), Palazzo e Molino Pizzardi
Note
Questa fotografia fa parte di un piccolo nucleo presente nel fondo donato da Antonio Brighetti. Da una attenta osservazione è emerso che Luigi Veronesi era molto probabilmente un appassionato di fotografia che eseguiva lui stesso le riprese, stampava e montava le immagini sul cartoncino di supporto e scriveva le note relative alle notizie identificative. Per suffragare tale ipotesi basterà osservare le fotografie contrassegnate dai nn. inv. BRI /VER. 14 e 19 che riproducono la firma autografa di Veronesi (la grafia è identica a quella delle scritte che compaiono quasi ovunque) e la meticolosità della descrizione di luoghi e situazioni . Purtroppo, non si è riusciti a risalire ad alcun dato anagrafico e/o biografico.
Questa immagine documenta il Mulino di Ponte Poledrano, situato sul canale Navile, fondato nel 1352 dalla nobile famiglia bolognese dei Lambertini. Tale complesso con le sue pertinenze subì molteplici e varie vicissitudini storiche fino a che nel 1811 il marchese Carlo Bentivoglio d'Aragona vendette a Camillo e Gaetano Pizzardi, esponenti di una delle famiglie bolognesi più influenti, l'intero possedimento. Carlo Alberto Pizzardi, nella seconda metà del XIX secolo, ne fece la tenuta agroindustriale più importante della pianura bolognese, riportando il Mulino all'antico splendore. Intorno agli anni Ottanta Pizzardi avviò un completo rifacimento dell'edificio, sia tecnologico che estetico, rendendolo parte integrante di un complesso liberty che comprendeva anche la residenza del proprietario, progettato da Alfonso Rubbiani e decorato dai maestri dell'Aemilia Ars. Morto Carlo Alberto Pizzardi, nel 1922 le sue proprietà passarono all'Amministrazione degli Ospedali di Bologna, Mulino compreso. L'Amministrazione avviò subito un ulteriore ammodernamento tecnologico dell'opificio e lo diede in gestione alla famiglia Calanchi, che ne rimase titolare fino alla sua chiusura nel 1974. Attualmente il Mulino Pizzardi si presenta come una delle testimonianze più preziose del patrimonio industriale italiano: conserva infatti ancora intatta gran parte del proprio apparato produttivo, fatto di macchinari, trasmissioni, turbine e molto altro.