Bologna, chiesa dei Ss. Eustachio e Girolamo delle Acque [da un’incisione di Pio Panfili (Porto San Giorgio, 1723 – Bologna, 1812)]
Bologna, chiesa dei Ss. Eustachio e Girolamo delle Acque [da un’incisione di Pio Panfili (Porto San Giorgio, 1723 – Bologna, 1812)]
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Editore
Stampatore
Oggetto
Positivo fotografico
Forma Specifica dell'Oggetto
positivo fotografico incollato su cartoncino bruno
Materia e tecnica
Positivo
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
20,3x26,7 (cartoncino); 11x15,5
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
in basso a sinistra “S.S. Eustacchio e Girolamo delle Acque / Arch.to Girolamo Rinaldo = 1628”
sulla camicia in cui è conservata, Baruffi all'epoca della sua acquisizione scrisse: “(esisteva fuori di P.ta S. Mamolo) fu distrutta da un incendio alla metà dell’800. (nella veduta, oltre alla Chiesa sono rappresentate la Porta S. Mamolo, e la Chiesa del Corpus Domini”
sulla camicia in cui è conservata, Baruffi all'epoca della sua acquisizione scrisse: “(esisteva fuori di P.ta S. Mamolo) fu distrutta da un incendio alla metà dell’800. (nella veduta, oltre alla Chiesa sono rappresentate la Porta S. Mamolo, e la Chiesa del Corpus Domini”
Notizie storico critiche
La chiesa dei Santi Girolamo ed Eustachio, detta Badia delle Acque, si ergeva con la sua imponente mole di fronte alla chiesa della SS. Annunziata.
La badia e il convento, dapprima sede di monaci gesuati (1379-1668), furono poi affidati ai monaci olivetani di San Michele in Bosco fino alla soppressione napoleonica del 1797. L'edificio qui riprodotto era stato progettato da G. Rainaldi. Distrutta in seguito ad un furioso incendio nel 1859, quel che ne rimaneva fu poi venduto a privati e trasformato in abitazioni. Oggi rimane visibile solo il chiostro del secolo XV con annesso pozzo centrale nel cortile interno ai numeri civici 5-21 di via San Mamolo.
La badia e il convento, dapprima sede di monaci gesuati (1379-1668), furono poi affidati ai monaci olivetani di San Michele in Bosco fino alla soppressione napoleonica del 1797. L'edificio qui riprodotto era stato progettato da G. Rainaldi. Distrutta in seguito ad un furioso incendio nel 1859, quel che ne rimaneva fu poi venduto a privati e trasformato in abitazioni. Oggi rimane visibile solo il chiostro del secolo XV con annesso pozzo centrale nel cortile interno ai numeri civici 5-21 di via San Mamolo.