Bologna, Chiesa di San Francesco: facciata, particolare
Bologna, Chiesa di San Francesco: facciata, particolare
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BRI / FOT. 037
Categoria:
Notizie storico artistiche
Datazione
Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
tra il 1879 e il 1886
Oggetto
Positivo
Materia e tecnica
albumina su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
18,7x24,7
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sulla fascia inferiore del recto è scritto: "4199 Bologna - Chiesa di S. Francesco - La Porta - NAYA VENEZIA". Sul verso si legge "E. Collam."
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Chiesa di San Francesco: facciata, particolare
Note
Carlo Naya (Tronzano Vercellese, 1816 – Venezia, 1882) è stato un notissimo fotografo italiano. I soggetti delle sue riprese spaziavano dalle opere d'arte alle vedute, dall'architettura alle scene folkloristiche. Nato in un'ottima e ricca famiglia, laureato in giurisprudenza a Pisa, nel 1857 si trasferì a Venezia e fece della fotografia la sua attività principale. Per un breve periodo pubblicò e vendette le sue stampe attraverso una collaborazione con Carlo Ponti, fotografo ed ottico veneziano di origini ticinesi e suo contemporaneo. Dopo un litigio con quest'ultimo, nel 1868 aprì uno studio in Piazza S. Marco e uno in Campo San Maurizio. Nel 1882, dopo la sua morte, il laboratorio fu rilevato dalla moglie. Nel 1918 l'attività cessò e Osvaldo Böhm comprò buona parte della sua produzione. Notissima è una raccolta di venti fotografie di Venezia pubblicata nel 1875. Confrontata con le fotografie eseguite da Pietro Poppi aventi lo stesso soggetto, si può presupporre che questa ripresa sia stata effettuata tra il 1879 e il 1886. Nel 1796 la chiesa di San Francesco e l'annesso convento subirono il saccheggio dei Francesi, che chiusero l'edificio al culto e trasformarono l'intero complesso in caserma. La nuova consacrazione avvenne nel 1842, ma pochi anni dopo l'edificio fu di nuovo adibito ad usi profani. Solo nel 1886 i frati minori conventuali vi poterono fare ritorno e fu dato inizio ad un lungo restauro, sotto la guida di Alfonso Rubbiani. La scritta sul verso del positivo suggerisce la provenienza dall'archivio dell'architetto Edoardo Collamarini (Bologna, 1863-1928), stretto collaboratore di Alfonso Rubbiani per i restauri di cui sopra.