Bologna, chiesa di Santa Maria dei Servi - Ricordo del solenne ottavario del SS. Crocifisso
Bologna, chiesa di Santa Maria dei Servi - Ricordo del solenne ottavario del SS. Crocifisso
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Datazione
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Bologna, 8.3.1901
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Misure immagine (in cm; hxb)
14x9
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
La cartolina è viaggiata da Bologna a Pian del Voglio. La data di compilazione risale all'8.3.1901. Il timbro postale non compare perché il francobollo su cui era è stato rimosso.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna - chiese - chiesa di Santa Maria dei Servi
Bibliografia
padre Paolo M. Ferronato, "Santa Maria dei Servi in Bologna", Milano, Ed. Olivares, 1997, pagina 54
Note
La presenza dei Padri Serviti a Bologna risale al secolo XIII°. Dapprima risiedettero presso la chiesa e il convento di Santa Lucia in via Castiglione e successivamente si spostarono nella zona di Strada Maggiore, una delle maggiori arterie della città, anche grazie ad una cospicua donazione di Taddeo Pepoli che consentì loro di erigere una chiesa. Alla fine del Trecento per volontà del priore dell'ordine, Andrea da Faenza, furono avviati i lavori di ampliamento e di abbellimento dell'originaria struttura: i lavori furono affidati ad Antonio di Vincenzo. L'architetto progettò anche il magnfico quadriportico esterno, ultimato solo secoli dopo. Nel 1798, in seguito alle soppressioni napoleoniche, il convento fu adibito a caserma e solo nel 1815 i frati riuscirono a tornarne in possesso. Dopo l'Unità d'Italia i Serviti furono di nuovo cacciati da quei locali e conservarono solo la chiesa. Attualmente l'ex monastero è la sede della Legione Regionale dei Carabinieri. La chiesa è una costruzione in stile tardogotico al cui interno sono conservate importanti opere d'arte e nella quale si svolgono periodicamente concerti di musica sacra. Nella nicchia della diciottesima cappella si trova un miracoloso Crocefisso, che la tradizione vuole ricavato dal macero di una grande quantità di carte da giuoco, quale segno di ravvedimento. La statua di cartapesta venne poi ricoperta da uno strato di gesso o scagliola e poi dipinta. Dal giorno in cui fu portata in processione (10 agosto 1643), l’immagine è stata sempre oggetto di grande venerazione.