Bologna, Chiesa di Santa Maria di Galliera

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Bologna, Chiesa di Santa Maria di Galliera

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Inventario
MISC. / Ambr. 115

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
prima del 1879
Serie
"Vecchia Bologna. Figure di cose scomparse o modificate"
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Materia e tecnica
albumina
Misure immagine (in cm; hxb)
26x19,5
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul recto della stampa è presente l'iscrizione a caratteri fotografici "N°136. Chiesa della Madonna di Galliera. Fotografia dell'Emilia Bologna", mentre sul recto della pagina che fa da cartoncino di supporto alla stampa sono presenti il numero manoscritto "114" e le iscrizioni manoscritte "F/I - 575", circa il numero di repertorio della lastra della Fotografia dell'Emilia di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, "Vol. 14 n°37" e "Vol. 10 e 99".
Soggetto o iconografia
Bologna, Chiesa di Santa Maria di Galliera
Bibliografia
(1) Raccolta di opere riguardanti Bologna nella Biblioteca di Raimondo Ambrosini", Bologna, Tip. Garagnani, 1906, p. 203, cat. n. 2997; (2) "Le Collezioni d'Arte della Cassa di Risparmio in Bologna. Le fotografie. 1 Pietro Poppi e la Fotografia dell'Emilia" a cura di Franco Cristofori e Giancarlo Roversi", Bologna, Tip. Compositori, 1980, rep. 575.
Note
Le prime notizie certe di un insediamento religioso in zona risalgono ad un documento datato 1304. Si trattava di una comunità di frati dello Spirito Santo provenienti da Piacenza. La chiesa attuale fu costruita tra il 1479 e il 1492 per dare degna sede ad un'immagine miracolosa della Vergine, attribuita a Lippo di Dalmasio. Tale immagine si trovava originariamente dipinta sotto un portico nei pressi. Nel 1621 papa Gregorio XV affidò la chiesa ai Padri della Congregazione di San Filippo Neri, o Filippini, che ancora oggi sono presenti . Alla fine del secolo XVII l'edificio subì un profondo rinnovamento: venne lasciata intatta solo la splendida facciata in arenaria risalente al 1510. All'interno furono realizzati affreschi nella volta e nel catino absidale; Francesco Maria Galli Bibiena disegnò invece un magnifico altare.