Bologna, Chiesa ed oratorio di San Colombano: facciata su via Parigi

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Bologna, Chiesa ed oratorio di San Colombano: facciata su via Parigi

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Inventario
BRI 02062
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo e anno di edizione
s.l., dopo il 1930
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
positivo b/n stampato in formato cartolina postale
Orientamento
verticale
Misure immagine (in cm; hxb)
14x9
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul verso, in basso a sinistra, è scritto: "CASA DEL MUTILATO di Bologna / Restauro ed ampliamento: Arch. G. Vacaro, Ing. F. Fiacchi / Affresco del Prof. A. Gentili"
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Chiesa ed oratorio di San Colombano: facciata su via Parigi
Note
San Colombano è un complesso chiesastico costituito da una serie di edifici aggregati nei secoli, a partire dal VII. Per la prima volta viene ricordato in un documento del 1073. Vi passarono i monaci di San Gallo, i cluniacensi, le monache di Santa Chiara, i Camillini e altri. Nel 1583 diventò sede della Confraternita della Madonna dell'Orazione, che venerava un'immagine dipinta da Lippo di Dalmasio. Dal 1681 al 1788 il convento venne affittato alla Repubblica di Lucca che vi aprì il collegio universitario Sinibaldi. Dal 1808 fu sede della Confraternita di Santa Maria della Mercede. Si compone, come già detto, di diversi edifici, che conservano importanti cicli di affreschi dipinti dai più famosi allievi dei Carracci. Dall'Ottocento la chiesa e l'oratorio ebbero diverse destinazioni; nel 1927 la proprietà -ormai si trattava di privati- li cedette all'Associazione Nazionale Mutilati di Guerra, che ne fece la propria sede, affidandone la "trasformazione" all'architetto Giuseppe Vaccaro, uno dei più rappresentativi del Novecento bolognese. L'inaugurazione si tenne nel 1931. Nel secondo dopoguerra conobbe un periodo di oblio e la conservazione subì notevoli danni. Nel 2005 la Fondazione Carisbo decise di acquisire i locali e, dopo un imponente lavoro di restauro, l'intero complesso aprì al pubblico nel 2010. Oggi ospita la collezione di strumenti antichi del Maestro Luigi Ferdinando Tagliavini, inserita a pieno titolo nel percorso museale di Genus Bononiae. Questa cartolina è stata pubblicata dopo il restauro compiuto nel 1931 più sopra descritto. Rispetto all'immagine n. inv. BRI 02061 si può notare che vi è stata una importante sopraelevazione; è stato aggiunto il balconcino in facciata e sopra di esso il prof. Gentili ha eseguito un affresco.