Bologna, complesso di Santo Stefano: il cortile di Pilato

60f6db2a3c12a10007f15d49

Bologna, complesso di Santo Stefano: il cortile di Pilato

 Genera il pdf
Inventario
BRI / FOT. 221
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
prima metà sec. XX°
Oggetto
Positivo
Misure immagine (in cm; hxb)
19,3x25
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, complesso di Santo Stefano: il cortile di Pilato
Note
L’esatta ricostruzione della storia e della planimetria del complesso stefaniano ha generato varie interpretazioni. Secondo la più plausibile, il progetto originario venne ideato dal vescovo Petronio nel V secolo d.C. dopo il suo viaggio in Terrasanta. Ispiratosi al percorso che i credenti già seguivano in processione la domenica delle Palme verso San Giovanni in Monte a Bologna, il vescovo pensò di riprodurre nella stessa zona anche i luoghi sacri di Gerusalemme. Di quel progetto oggi rimangono solo quattro chiese dei sette edifici sviluppatisi. Al cortile di Pilato (così chiamato per rievocare il percorso di Cristo durante la Passione) si accede dalla chiesa del Santo Sepolcro. Nella parte centrale si trova una vasca di marmo poggiata su un piedistallo, conosciuta col nome “Catino di Pilato”, dono del re longobardo Liutprando alla chiesa e qui inconsuetamente coperto. Sotto il porticato si trova un gallo di pietra risalente al XIV secolo, costruito in memoria del noto rinnegamento di San Pietro.