Bologna, complesso di Santo Stefano: il cortile di Pilato

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Bologna, complesso di Santo Stefano: il cortile di Pilato

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Inventario
BRI / FOT. 222

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
fine sec. XIX°
Oggetto
Positivo
Misure immagine (in cm; hxb)
20x25,5
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Nella fascetta della parte inferiore del recto si legge: "(ed,ne Alinari) P.e I.a. N° 10627. BOLOGNA - Chiesa del Santo Sepolcro e atrio detto di Pilato"
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, complesso di Santo Stefano: il cortile di Pilato
Note
L’esatta ricostruzione della storia e della planimetria del complesso stefaniano ha generato varie interpretazioni. Secondo la più plausibile, il progetto originario venne ideato dal vescovo Petronio nel V secolo d.C. dopo il suo viaggio in Terrasanta. Ispiratosi al percorso che i credenti già seguivano in processione la domenica delle Palme verso San Giovanni in Monte a Bologna, il vescovo pensò di riprodurre nella stessa zona anche i luoghi sacri di Gerusalemme. Di quel progetto oggi rimangono solo quattro chiese dei sette edifici sviluppatisi. Al cortile di Pilato (così chiamato per rievocare il percorso di Cristo durante la Passione) si accede dalla chiesa del Santo Sepolcro, della quale si ammira qui l'esterno. Nella parte centrale si trova una vasca di marmo poggiata su un piedistallo, conosciuta col nome “Catino di Pilato”, dono del re longobardo Liutprando alla chiesa. Sotto il porticato si trova un gallo di pietra risalente al XIV secolo, costruito in memoria del noto rinnegamento di San Pietro.