Bologna, festa di San Bartolomeo detta della Porchetta

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Bologna, festa di San Bartolomeo detta della Porchetta

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Inventario
MISC. 00084
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Luogo e anno di edizione
inizio sec. XX°
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
positivo b/n incollato su cartoncino
Materia e tecnica
stampa su carta
Orientamento
verticale
Misure immagine (in cm; hxb)
12x20
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul recto del cartoncino di supporto si legge: "Festa di S. Bartolomeo detta della Porchetta"
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, festa di San Bartolomeo detta della Porchetta
Bibliografia
"Vestiari, usi, costumi di Bologna cessati nell'anno 1796 raccolti da Giuseppe Guidicini e disegnati da Domenico Ramponi. Un eccezionale fotoreportage dal passato", introduzione e schede esplicative a cura di Mario Fanti, Bologna, B.U.P., 2017, pagg. 90-91 fig. 133
Note
L'immagine fotografata è contenuta in un volume conservato presso la Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio di Bologna (ms. B 2329). Tale prezioso volume faceva parte della raccolta personale di Giuseppe Guidicini (Bologna, 1763-1837), ingegnere, uomo politico e storico. Il manoscritto si intitola "Vestiari, usi, costumi di Bologna cessati nell'anno 1796" e costituisce una raccolta di eccezionale valore storico e documentario di costumi e di immagini di vita della Bologna ahimè definitivamente "scomparsa" con l'ingresso delle truppe francesi in città proprio in quell'anno. Le n. 150 tavole che lo corredano furono eseguite all'acquerello dal pittore Domenico Ramponi, allievo poco conosciuto di Jacopo Alessandro Calvi detto "Il Sordino". Tra quelli che presenziavano alle principali cerimonie ufficiali bolognesi avevano un ruolo assai significativo i rappresentanti delle Arti, che sfilavano nei loro tre ordini: i signiferi, i donzelli e coloro che portavano il gonfalone. Al lungo corteo partecipavano poi i dottori, i senatori, i rappresentanti del clero ecc.. La Festa della Porchetta si tenne a Bologna il 24 agosto di ogni anno per più di cinque secoli, fino al 1796, arrivo delle truppe francesi. Sulla sua origine si hanno due versioni: la prima riconduce all'entrata in Bologna di Re Enzo (figlio dell'imperatore Federico II, fatto prigioniero a Fossalta) proprio in quella data; la seconda fa riferimento alla presa della rocca di Faenza nel 1281 (caduta a seguito del tradimento di Tibaldello de Zambrasi, cui era stata rubata una porcellina). In ogni caso, il 24 agosto (San Bartolomeo) ha rappresentato per la città il culmine di una decina di giorni di festa che iniziavano alla vigilia di ferragosto. In piazza Maggiore venivano allestiti apparati contingenti (macchine sceniche grandiose), si effettuavano gare di cavalli, spettacoli teatrali e prodezze di giocolieri. Il nome deriva dal fatto che la giornata veniva conclusa con il lancio di una maialina arrosto offerta dal Legato al popolo. Come ricorda Giulio Cesare Croce, i Bolognesi si accalcavano letteralmente per cercare di portare a casa cibo o monete, che ugualmente venivano gettati dal balcone del Palazzo Comunale. La fotografia riporta proprio il momento del lancio di cibarie (numerosi sono autorità e dame appostati sulle terrazze). In primo piano è riconoscibile l'albero della cuccagna, un palo su cui ci si doveva arrampicare per raggiungere il succulento premio. A sinistra, a cavallo, si vede il Bargello dei Birri (ovvero, il capo dei poliziotti), che sorveglia l'ambiente.