Bologna, Il Gazometro, fuori Porta Mascarella
Bologna, Il Gazometro, fuori Porta Mascarella
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Luogo e anno di edizione
Bologna, prima del 1907
Stampatore
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Bologna, 1907
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
9x14
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul recto, in basso a sinistra, è scritto: "532 - C.A. Pini - Bologna". La cartolina è viaggiata da Bologna a San Lazzaro (Modena). E' datata 29 luglio 1907. Sul verso il prof. Brighetti ha scritto a matita: "Gasometro. La lesione in alto a sinistra è nella lastra".
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Il Gazometro, fuori Porta Mascarella
Bibliografia
L'identico soggetto, con scritta diversa compare, in: Antonio Brighetti - Franco Monteverde, "Bologna nelle sue cartoline", Vol. II, Cuneo, L'Arciere, 1986, pag. 72; la stessa immagine priva di qualsiasi scritta e parzialmente "tagliata", è stata pubblicata in: Tiziano Costa, "Bologna ieri e oggi. Oltre 250 foto e fotoconfronti", Bologna, Costa editore, 2003, pag. 123.
Note
La prima officina del gas a Bologna venne costruita nel 1846 fuori Porta San Donato. Nel 1862 il Consiglio Comunale affidò l'appalto alla Compagnia Ginevrina dell'Industria del Gas. In quegli anni vi fu un fortissimo sviluppo anche dell'illuminazione derivata dall'uso del gas e dunque fu necessario implementare gli impianti. Pertanto, l'area dell'officina fu ingrandita verso Porta Mascarella, tanto da occupare quasi tutto il viale Berti Pichat. Nel giugno 1900 il Comune riscattò l'Officina e nacque l'Azienda Municipalizzata del Gas, la prima in Italia. Fu nominato presidente Annibale Calzoni. Negli anni successivi, sempre di più, furono introdotte novità tecniche. Nel 1930 entrò in funzione il nuovo gasometro ad assetto variabile, capace di stoccare 30.000 mc di gas: è la "torre cilindrica" che ancora si riconosce nei panorami bolognesi. L'ultimo alto forno per la distillazione dal carbone fu spento il 7 ottobre 1960. Si iniziarono dunque a costruire nuovi impianti di stoccaggio e si completarono nuove centrali in località Frullo, San Sisto, Dozza. Oggi i vecchi impianti sono il simbolo di una stagione memorabile che ha portato alla creazione di HERA, moderna azienda ancora legata fortemente al suo territorio.