Bologna, imbocco di Via Castelfidardo

60f6db2a3c12a10007f15f77

Bologna, imbocco di Via Castelfidardo

 Genera il pdf
Inventario
BRI / FOT. 505, 512
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
Anni Cinquanta-Sessanta sec. XX°
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta Ferrania
Misure immagine (in cm; hxb)
9x14
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul verso di ogni esemplare vi sono delle annotazioni a matita: in quello contrassegnato dal n. BRI / FOT. 512 è stata disegnata una piantina della zona, con le strade adiacenti. Nell'altro si legge: "Via D' Azelio (sic) angolo con / via Castelfidardo"
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, imbocco di Via Castelfidardo
Note
La fotografia appartiene ad una serie di immagini rinvenute nel fondo Brighetti e relative a diverse strade del centro storico bolognese che risultano di importanza secondaria rispetto a quelle di specifico interesse storico-artistico. L'autore degli scatti è sconosciuto; il formato del positivo è sempre lo stesso, quello delle cartoline postali; le fotografie sono tutte stampate su carta Ferrania. Sembra quasi che ci si sia impegnati a documentare una Bologna minore e popolare che in grande parte sarebbe scomparsa da lì a poco. Facendo riscontri con le auto in sosta, con l'abbigliamento delle persone e con lo stato degli edifici, l'arco temporale di esecuzione si potrebbe fissare tra gli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta del Novecento. Tra il 1969 e il 1972 il fotografo Paolo Monti (1908-1982) insieme all'architetto Pier Luigi Cervellati effettuò un'esemplare campagna fotografica, quasi un censimento del centro storico. Nel 1969 il Comune di Bologna aveva infatti varato il Piano Urbanistico di Salvaguardia per il restauro e il risanamento di un'ampia zona entro le mura. Già dal 1963 erano stati avviati degli studi settoriali per la difesa integrale dell'ambiente urbano del passato. Tali studi erano stati compiuti da un gruppo capeggiato dal prof. Leonardo Benevolo. Il PEEP (Piano Edilizia Economica Popolare) fu reso esecutivo nel 1973 e con esso iniziò poi la ristrutturazione conservativa di alcuni comparti, tra i quali parecchi di quelli fissati da questa serie. Via Castelfidardo parte da via D'Azeglio e conduce verso via Bocca di Lupo. L'attuale denominazione le fu attribuita nel 1877 per ricordare l'omonima battaglia combattuta nel settembre 1860 tra le truppe piemontesi e l'esercito pontificio. Anticamente era invece nota come Prato di Sant'Antonio, vista la vicinanza con la chiesa di Sant'Antonio Abate tuttora esistente. Nei secoli il vasto spazio erboso servì sia per ospitare una fiera del bestiame sia come maneggio per cavalli. Dal 1809, per circa cinquant'anni fu anche il luogo dove venivano eseguite le condanne capitali. L'imponente muro inquadrato nella fotografia è quello dell'ex cinquecentesco monastero delle Clarisse, annesso alla chiesa del Corpus Domini. Le statue in terracotta che decorano l' angolo con via Tagliapietre risalgono al 1582 e raffigurano la Madonna e i Santi Pietro e Paolo.