Bologna - Minarelli - Ciclomotore
Bologna - Minarelli - Ciclomotore
Genera il pdfNotizie storico artistiche
Data della ripresa
1956 post
Oggetto
Negativo
Materia e tecnica
gelatina bromuro d'argento/ vetro
Misure immagine (in cm; hxb)
18x24
Indicazione di colore
B/N
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Industria motociclistica - Minarelli - Motori - Motociclette - Ciclomotori
Bibliografia
Pezzella Letizia, Fototecnica Artigiana e Fototecnica Bolognese. Industria, artigianato e commercio nel fondo fotografico del Museo del Patrimonio industriale, in "Scuola officina", n. 2, luglio-dicembre 2007, pp. 4-7; Campigotto Antonio, Grandi Maura, Ruffini Enrico, Moto bolognesi del dopoguerra, 2008; Campigotto Antonio-Martorelli Roberto, La ruota e l’incudine, Bologna 2016; Sgarzi Roberto, Ciclomotori italiani. Storie di grandi uomini e di piccoli motori, 2009, pp. 111-126; sul tema si veda anche la pagina https://www.storiaememoriadibologna.it/minarelli-motocicli-motori-444-organizzazione
Note
La Motori Minarelli è una casa motociclistica italiana, fondata a Bologna nel 1956 da Vittorio Minarelli. Precedentemente Minarelli era stato socio di Franco Morini nella costituzione della casa motociclistica FBM (Fabbrica Bolognese Motocicli) fondata nel 1951. Verso la fine del 1956 i fondatori decisero di separarsi dando vita a due ditte separate. "Entrambe le nuove aziende si specializzarono nella costruzione di motori di piccola cilindrata a due tempi, ottenendo un ampio e meritato successo e divenendo, nel giro di pochissimi anni, due veri colossi industriali della produzione "duetempistica" mondiale". Nel 1967, Minarelli si trasferì da Via Battindarno al nuovo stabilimento a Lippo, frazione di Calderara di Reno, cambiando anche la ragione sociale in Motori Minarelli: la produzione aumentò vertiginosamente e negli anni settanta mantenne la media annua di 200.000 motori per uso stradale e 50.000 motori per uso agricolo. Alla morte del fondatore è subentrato nella conduzione il figlio Giorgio. Nei primi anni novanta siglò un accordo con la casa giapponese Yamaha che successivamente ha acquisito il pieno controllo aziendale nel 2002.