Bologna, Ospedale Sant'Orsola: ingresso alle cliniche

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Bologna, Ospedale Sant'Orsola: ingresso alle cliniche

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Inventario
BRI / FOT. 418
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
inizio sec. XX°
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
riproduzione da cartolina ed. Mengoli
Materia e tecnica
gelatina bromuro d'argento
Misure immagine (in cm; hxb)
24x18
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Ospedale Sant'Orsola: ingresso alle cliniche
Bibliografia
Franco Cristofori, "Bologna. Immagini e vita tra Ottocento e Novecento", Bologna, Alfa, 1978, p. 245
Note
Il primo nucleo dell'Ospedale Sant' Orsola si ritiene sia sorto nel 1592, al di fuori della cinta muraria della città di Bologna, nella località dove sorgeva un convento femminile. Inizialmente, in ragione della sua collocazione, era destinato all'accoglienza dei mendincanti e degli emarginati, mentre in seguito vi trovarono ricovero i malati incurabili. Nel 1630, una terribile epidemia di peste mise in crisi la ricettività dei lazzaretti e indusse a costruire nel prato adiacente al Sant' Orsola un nuovo lazzaretto a pianta ottagonale. Nel 1809 l'Ospedale disponeva di 273 posti letto; da quel momento in poi divenne sempre più forte l'attenzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna, tanto che, tra il 1860 e il 1869, il Sant' Orsola ne divenne definitivamente la struttura di supporto assistenziale. Da quel momento l'antico ricovero si trasformò in un ospedale con caratteristiche più moderne. Nel 1929 a seguito della crescita continua in termini di dimensioni, ma soprattutto di specialità considerate e di insegnamenti previsti, venne avviata la programmazione di un nuovo assetto edilizio. Nelle Collezioni d'Arte della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna esiste un disegno di autore anonimo che riproduce la porta d'ingresso alle alle Cliniche Sant'Orsola e risale verosimilmente all'epoca in cui Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna, vi trasferì le sue cliniche tra il 1860 e il 1869 (cfr. inv. n. F34640).