Bologna, Palazzo d'Accursio: ingresso principale

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Bologna, Palazzo d'Accursio: ingresso principale

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Inventario
MICH. 0406
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
primo decennio sec. XX°
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
24x18
Misure negativo (in cm; hxb)
7x6
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Palazzo d'Accursio: ingresso principale
Bibliografia
1) Renzo Renzi, "Bologna 1900. Viaggi Fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Bologna, Grafis-Zanichelli, 1980; 2) Attilio Bertolucci, "Italia 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Bologna, Grafis-Zanichelli, 1981; 3) Franca Varignana, "Le collezioni fotografiche bolognesi. Collezioni d'Arte e di Storia Cassa di Risparmio in Bologna" in "Fotografie e fotografi a Bologna 1839-1990" a cura di Giuseppina Benassati e Angela Tromellini, Bologna, Grafis, 1992, pp. 98-100; 4) "Lo specchio d'inchiostro", testo di Michele Smargiassi, immagini d'archivio dalle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna selezionate da Ghigo Roli, Modena, Artioli, 2000; 5) "Domani si parte. Vacanze nel primo Novecento. Fotografie di Giuseppe Michelini dalle Collezioni d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale", a cura di Beatrice Buscaroli e Angela Nardi, Bologna, Bononia University Press, 2006.
Note
La ripresa è stata effettuata da una finestra del Palazzo del Podestà. Il prospetto del Palazzo Comunale è già stato restaurato e anche la statua di Papa Gregorio XIII ha riavuto il suo aspetto originario. Questo ripristino fu compiuto nel 1895. La trasformazione dell'opera in bronzo dello scultore Alessandro Menganti (1531-1594), seguace di Michelangelo, era avvenuta nel 1796 all'arrivo delle truppe francesi. In ottemperanza di un decreto che vietava le statue papali, anche quella di Gregorio XIII avrebbe dovuto essere rimossa. I Bolognesi la trasformarono allora in quella del santo patrono e la dotarono del pastorale e della mitria vescovile. Nell'occasione anche la lapide dedicatoria al Papa fu sostituita con la scritta "Divus Petronius Protector et Pater", che sarebbe poi rimasta sopra la statua anche dopo il ritorno all'originaria identità.