Bologna. Palazzo Marescotti (angolo V. Marsili - V. del Cane)
Bologna. Palazzo Marescotti (angolo V. Marsili - V. del Cane)
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SN16-07
Categoria:
Notizie storico artistiche
Datazione
Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
1904 post-1907
Oggetto
Negativo
Materia e tecnica
gelatina bromuro d'argento/vetro
Misure immagine (in cm; hxb)
26,8x20,8
Indicazione di colore
B/N
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna - Palazzi - Palazzo Fava Marescotti - Architettura - Morandi, Francesco detto il Terribilia (attr.) - Scorcio su via Marsili, angolo via del Cane
Bibliografia
Franco Cristofori, Giancarlo Roversi, a cura di, Pietro Poppi e la Fotografia dell’Emilia, Bologna, Cassa di Risparmio in Bologna, 1980; Giuseppina Benessati, Angela Tromellini, Fotografia & Fotografi a Bologna, 1839-1900, Casalecchio di Reno, Grafis, 1992; Franca Varignana, Pietro Poppi “Peintre-Photographe” in Andrea Emiliani, Italo Zannier, a cura di, Il tempo dell'immagine: fotografi e società a Bologna 1880-1980, Torino, SEAT, 1993, pp. 55-70; Fabio Marangoni, Pietro Poppi (1833-1914) fotografo bolognese dell’Ottocento, tesi di laurea in Storia dell’Arte Contemporanea, Università degli studi di Bologna, relatore Stefano Susinno, a.a. 1998/1999.
Note
Il negativo appartiene ad un gruppo di lastre senza numero, per le quali è stato adottato l'inventario attribuito da Roversi e Cristofori e pubblicato nel censimento del 1980, corrispondente alla posizione nella collocazione originale. La mancanza di numerazione non consente riscontri sui cataloghi a stampa. Da ascriversi alla fase finale della produzione del fotografo: dal 1904 - poiché nell'immagine sono visibili i fili dell'impianto tranviario elettrico di via Marsili, messo in funzione dopo quella data - e il 1907, anno di cessione dell'attività da parte di Pietro Poppi.
La fascetta della titolazione presenta un'iscrizione dattiloscritta, in cui compare il nome della famiglia Marescotti Berselli, cui passò la proprietà del palazzo nel corso dell'Ottocento.
La fascetta della titolazione presenta un'iscrizione dattiloscritta, in cui compare il nome della famiglia Marescotti Berselli, cui passò la proprietà del palazzo nel corso dell'Ottocento.