Bologna, Palazzo Pepoli

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Bologna, Palazzo Pepoli

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Inventario
BRI 00272, BRI 00273

Notizie storico artistiche

Luogo e anno di edizione
Dresda, s.d.
Timbro di spedizione (Luogo e data)
Bologna Ferrovia, data incomprensibile
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
verticale
Misure immagine (in cm; hxb)
14x9
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Il nome dell'editore si legge sul recto, in basso a sinistra. Entrambi gli esemplari sono viaggiati (il primo verso Ferrara e il secondo verso Roma), ma purtroppo in nessuno dei due casi è comprensibile la data.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, via Castiglione, Palazzo Pepoli Vecchio
Bibliografia
La fotografia è catalogata sul volume "Le Collezioni d'Arte della Cassa di Risparmio in Bologna. Le fotografie. 1 Pietro Poppi e la Fotografia dell'Emilia" a cura di Franco Cristofori e Giancarlo Roversi. Bologna, Cassa di Risparmo in Bologna, 1980, rep. 1788, p. 325
Note
L'immagine, che ci mostra la facciata del palazzo non ancora restaurata, è stata scattata da Pietro Poppi prima del 1879. Compare già, infatti, nel catalogo pubblicato dal fotografo in quell'anno.
Il palazzo, importante per pregi artistici e per "ricordi" storici, è uno dei più interessanti della città. Composto da diversi corpi, risale al XIV secolo per le parti più antiche. La costruzione, voluta da Taddeo Pepoli nel 1344, pur avendo un aspetto che richiama le antiche fortificazioni, è arricchita da belle terrecotte. Rimase di proprietà della famiglia Pepoli fino al 1910, quando il conte Agostino Sieri Pepoli morì e lo cedette al Comune di Bologna, che a sua volta lo vendette alla locale Cassa di Risparmio tra il 1913 e il 1914. Dopo secoli di incuria, il palazzo fu sottoposto ad un imponente restauro a cura di Guido Zucchini nel 1939. Già nel 1923, tuttavia, dopo che la Cassa di Risparmio in Bologna ne acquistò una grande parte, come più sopra ricordato, al pianterreno del n. 8, fu ripristinata una grandiosa loggia del Trecento probabilmente destinata agli stipendiari dei Pepoli. Questa parte (quella corrispondente ai civici 8 e 10), rimasta di proprietà della più nota banca cittadina per quasi un secolo, fu poi acquistata nel 2004 dalla Fondazione Carisbo attraverso la Società Museo della Città di Bologna, che ne ha fatto la sede del Museo della Storia di Bologna.