Bologna, Porta Mazzini (già Porta Maggiore): interno

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Bologna, Porta Mazzini (già Porta Maggiore): interno

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Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
1902
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
positivo b/n stampato in formato cartolina postale
Misure immagine (in cm; hxb)
9x14
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul verso il prof. Brighetti ha scritto: "Porta Maggiore interno".
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Porta Mazzini (già Porta Maggiore): interno
Bibliografia
1) don Giuseppe Fornasini, "La chiesa parrocchiale di Santa Caterina V.M. di Strada Maggiore in Bologna", S.l., s.ed., 1962, pag. 144; (2) Giancarlo Roversi, "Le mura perdute. Storia e immagini dell'ultima cerchia fortificata di Bologna", Casalecchio di Reno, Grafis, 1985, pag. 197; (3) Tiziano Costa, "Bologna ieri e oggi. Come è cambiata la città e la sua gente", Bologna, Costa editore, 2003, pag. 101; (4) "Le mura di Bologna cent'anni fa", Bologna, ed. Cineteca, 2003 .
Note
L'interno della Porta appare ancora in tutta la sua maestà settecentesca, prima della trasformazione che avrebbe subito nel 1903. In questa particolare inquadratura, a sinistra, si nota un passaggio ricavato nella muraglia per motivi di viabilità, proprio nel punto in cui si apriva il varco cinquecentesco. La prima costruzione risalente al XIII secolo fu poi fortificata con una rocca nel 1507 per volere di papa Giulio II. Nel 1770 fu ricostruita su progetto di Gian Giacomo Dotti. Questa Porta era considerata la più importante dell'intera cerchia cittadina, poichè si trova sul tracciato dell'antichissima via Emilia ed attraverso di essa passava tutto il traffico diretto a Roma e viceversa. La sua mole diede il saluto di Bologna a papi e sovrani. Da qui transitarono anche Giuseppe Garibaldi (nell'ottobre 1859) e re Vittorio Emanuele II (nel 1860).Nel 1903, a seguito della sciagurata politica di demolizione delle mura e di alcune porte, anche questa venne atterrata. Tuttavia, comparse tra le macerie le antiche vestigia della porta duecentesca, dopo un'aspra battaglia civica, fu deciso un restauro che sarebbe stato diretto da Alfonso Rubbiani. Nel 1909 fu dunque "ricostruito" quello che doveva essere il primitivo volto dell'edificio.