Bologna. Puttini Fiamminghi
Bologna. Puttini Fiamminghi
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3015
Categoria:
Notizie storico artistiche
Datazione
Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
1883-1888
Oggetto
Negativo
Materia e tecnica
gelatina/vetro
Misure immagine (in cm; hxb)
21x26,9
Indicazione di colore
B/N
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna - Collocazione ignota - Scultura - Modelli in gesso - Puttini fiamminghi con decorazioni floreali
Bibliografia
Catalogo Generale della Fotografia dell’Emilia di Pietro Poppi pittore-fotografo, Bologna, Tipografia Fava e Garagnani, 1888; Franco Cristofori, Giancarlo Roversi, a cura di, Pietro Poppi e la Fotografia dell’Emilia, Bologna, Cassa di Risparmio in Bologna, 1980; Giuseppina Benessati, Angela Tromellini, Fotografia & Fotografi a Bologna, 1839-1900, Casalecchio di Reno, Grafis, 1992; Franca Varignana, Pietro Poppi “Peintre-Photographe” in Andrea Emiliani, Italo Zannier, a cura di, Il tempo dell'immagine: fotografi e società a Bologna 1880-1980, Torino, SEAT, 1993, pp. 55-70; Fabio Marangoni, Pietro Poppi (1833-1914) fotografo bolognese dell’Ottocento, tesi di laurea in Storia dell’Arte Contemporanea, Università degli studi di Bologna, relatore Stefano Susinno, a.a. 1998/1999; Rudolf Wittkower, Arte e architettura in Italia, 1600-1750, Torino, Einaudi, 1993, pp. 226-232.
Note
La datazione della lastra deriva dal riscontro sui cataloghi a stampa: presente nel catalogo del 1888, nella sezione “sculture fiamminghe” (che comprende complessivamente 27 riprese) e non in quello precedente (1883). Nonostante la collocazione specifica risulti sconosciuta, è assunto che i modelli in gesso raffigurati in questo gruppo di putti, siano conservati a Bologna. I soggetti raffigurati richiamano i “puttini fiamminghi”. Con questo nome venivano definiti modelli originali e calchi dei famosi putti dello scultore Francois Duquesnoy, detto il Fiammingo, che nel XVII divenne celebre per lo “stile bello dei putti” (Giovan Pietro Bellori) sulla cui massima perfezione si basò la sua reputazione. Un numero infinito di queste piccole opere d’arte si diffuse in ambito collezionistico, diventando al contempo elemento consueto nell'ordinario equipaggiamento degli studi degli artisti, come strumento per copia e per modelli compositivi.