Bologna - R. Pinacoteca (Gessi G. F.) S. Bonaventura
Bologna - R. Pinacoteca (Gessi G. F.) S. Bonaventura
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490
Categoria:
Notizie storico artistiche
Datazione
Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
1879 ante
Oggetto
Negativo
Materia e tecnica
gelatina bromuro d'argento/vetro
Misure immagine (in cm; hxb)
26,8x20,8
Indicazione di colore
B/N
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna - Musei - Pinacoteca Nazionale - Pittura - Gessi, Giovan Francesco - San Bonaventura resuscita un bambino
Bibliografia
Catalogue de la Photographie de l’Emilia de Pietro Poppi peintre-photographe, Bologna, Tipografia Fava e Garagnani, 1879; Franco Cristofori, Giancarlo Roversi, a cura di, Pietro Poppi e la Fotografia dell’Emilia, Bologna, Cassa di Risparmio in Bologna, 1980; Giuseppina Benessati, Angela Tromellini, Fotografia & Fotografi a Bologna, 1839-1900, Casalecchio di Reno, Grafis, 1992; Franca Varignana, Pietro Poppi “Peintre-Photographe” in Andrea Emiliani, Italo Zannier, a cura di, Il tempo dell'immagine: fotografi e società a Bologna 1880-1980, Torino, SEAT, 1993, pp. 55-70; Fabio Marangoni, Pietro Poppi (1833-1914) fotografo bolognese dell’Ottocento, tesi di laurea in Storia dell’Arte Contemporanea, Università degli studi di Bologna, relatore Stefano Susinno, a.a. 1998/1999; Pinacoteca Nazionale di Bologna, Catalogo generale, Venezia, Marsilio, 2004-2013
Note
La Pinacoteca di Bologna è uno dei primi soggetti trattati da Pietro Poppi, presente già nel primo catalogo a stampa del 1871. La numerazione delle lastre è però differente: il soggetto della lastra in esame al 1871 riporta il numero 347, e solo a partire dal catalogo 1879 diventa definitivamente 490. La datazione generica ante 1879 deriva proprio dall'incertezza che si tratti della stessa lastra rinumerata o di una ripresa successiva.
L'opera, realizzata da Giovan Francesco Gessi tra il 1625 e il 1627, era originariamente situata presso il monastero di Santo Stefano.
In seguito alle soppressioni napoleoniche il dipinto entrò a far parte delle collezioni della allora appena costituita Accademia di Belle Arti, dove viene segnalato già nel Primo Generale Elenco del 1810.
L'opera, realizzata da Giovan Francesco Gessi tra il 1625 e il 1627, era originariamente situata presso il monastero di Santo Stefano.
In seguito alle soppressioni napoleoniche il dipinto entrò a far parte delle collezioni della allora appena costituita Accademia di Belle Arti, dove viene segnalato già nel Primo Generale Elenco del 1810.