Bologna, Stadio comunale (già Littoriale)

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Bologna, Stadio comunale (già Littoriale)

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Inventario
BRI / FOT. 163
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
1929 c.
Oggetto
Positivo
Orientamento
verticale
Misure immagine (in cm; hxb)
16,5x23
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Stadio comunale (già Littoriale)
Note
Il 31 ottobre 1926 venne solennemente inaugurato l'impianto polisportivo del Littoriale, definito "primo anfiteatro della rivoluzione fascista" e "monumento della nuova epoca". Fu lo stesso Benito Mussolini a tenere il discorso di apertura. Il duce entrò allo stadio a cavallo, seguito da un corteo di gerarchi e vestito con l'alta uniforme di generale della Milizia. La struttura, una delle più grandi e moderne d'Europa, fu edificata a spese del partito fascista bolognese. La federazione di Palazzo Fava, guidata da Leandro Arpinati, promosse una colletta tra le aziende cittadine, comprese le residue cooperative socialiste, chiamate a un obolo "spontaneo". Lo stile da imporre alla struttura era stato ispirato ad Arpinati, presidente in carica della Federazione Italiana Gioco Calcio, da una visita alle antiche Terme di Caracalla a Roma. Progettato dall'ingegnere Umberto Costanzini e dall'architetto Ulisse Arata, lo stadio fu realizzato utilizzando il calcestruzzo armato e costituì il punto più alto del nuovo rinascimento urbano voluto dal podestà bolognese. Oltre al campo di calcio dotato di pista per l'atletica, l'impianto prevedeva campi di tennis e due piscine, di cui una, per la prima volta in Italia, al coperto. La splendida ripresa è stata molto probabilmente realizzata dal campanile della chiesa di San Girolamo della Certosa. A sinistra, compare la Torre di Maratona -inaugurata il 27 ottobre 1929- alla cui base è ben visibile la statua equestre di Mussolini, opera dello scultore Giuseppe Graziosi ricavata dal metallo dei cannoni sottratti agli Austriaci nel 1848.