Bologna, Strada Maggiore: portico di Santa Maria dei Servi

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Bologna, Strada Maggiore: portico di Santa Maria dei Servi

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Inventario
MICH. 0337
Categoria:

Notizie storico artistiche

Datazione
Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
primo decennio sec. XX°
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
18x24
Misure negativo (in cm; hxb)
6x7
Indicazione di colore
b/n
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Strada Maggiore: portico di Santa Maria dei Servi
Bibliografia
1) Renzo Renzi, "Bologna 1900. Viaggi Fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Bologna, Grafis-Zanichelli, 1980; 2) Attilio Bertolucci, "Italia 1900. Viaggi fotografici di Giuseppe Michelini (1873-1951)", Bologna, Grafis-Zanichelli, 1981; 3) Franca Varignana, "Le collezioni fotografiche bolognesi. Collezioni d'Arte e di Storia Cassa di Risparmio in Bologna" in "Fotografie e fotografi a Bologna 1839-1990" a cura di Giuseppina Benassati e Angela Tromellini, Bologna, Grafis, 1992, pp. 98-100; 4) "Lo specchio d'inchiostro", testo di Michele Smargiassi, immagini d'archivio dalle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna selezionate da Ghigo Roli, Modena, Artioli, 2000; 5) "Domani si parte. Vacanze nel primo Novecento. Fotografie di Giuseppe Michelini dalle Collezioni d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale", a cura di Beatrice Buscaroli e Angela Nardi, Bologna, Bononia University Press, 2006.
Note
La presenza dei Padri Serviti a Bologna risale al secolo XIII°. Dapprima risiedettero presso la chiesa e il convento di Santa Lucia in via Castiglione e successivamente si spostarono nella zona di Strada Maggiore, una delle maggiori arterie della città, anche grazie ad una cospicua donazione di Taddeo Pepoli che consentì loro di erigere una chiesa. Alla fine del Trecento per volontà del priore dell'ordine, Andrea da Faenza, furono avviati i lavori di ampliamento e di abbellimento dell'originaria struttura: tali lavori furono affidati ad Antonio di Vincenzo. L'architetto progettò anche il magnfico quadriportico esterno, ultimato solo secoli dopo. Nel 1798, in seguito alle soppressioni napoleoniche, il convento fu adibito a caserma e solo nel 1815 i frati riuscirono a tornarne in possesso. Dopo l'Unità d'Italia i Serviti furono di nuovo cacciati da quei locali e conservarono solo la chiesa. Attualmente l'ex monastero è la sede della Legione Regionale dei Carabinieri. La chiesa è una costruzione in stile tardogotico al cui interno sono conservate importanti opere d'arte e nella quale si svolgono periodicamente concerti di musica sacra. A destra è riconoscibile il seicentesco Palazzo Davia Bargellini: ai lati dell'ingresso si trovano due giganti di macigno, opera rispettivamente di Francesco Agnesini e di Gabriele Brunelli. Attualmente l'edificio ospita la Galleria dell'Opera Pia Davia Bargellini e il Civico Museo d'Arte Industriale.