Bologna supplica la B.V. di San Luca per ottenere la cessazione del terremoto

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Bologna supplica la B.V. di San Luca per ottenere la cessazione del terremoto

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Inventario
BRI 01207; BRI 01208
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo e anno di edizione
Bologna, 1976
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Orientamento
verticale
Misure immagine (in cm; hxb)
15x10,5
Indicazione di colore
monocromo su cartoncino giallo
Iscrizioni
Nel verso, in basso a sinistra, è riportato: "V centenario della visita annuale della B. Vergine di San Luca alla città di Bologna (1476-1976)". Sullo stesso lato, in alto, è riportato il titolo con la specifica: "incisione di C. Sanzio, dal "viaggio" dell'a. 1780".
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna supplica la B.V. di San Luca per ottenere la cessazione del terremoto
Bibliografia
Elena Gottarelli, "I viaggi della Madonna di San Luca", Bologna, Tamari, 1976, tav. XXXVIII.
Note
Le stampe che riproducono i cosiddetti "Viaggi della Madonna di San Luca" furono prodotte in un periodo di tempo compreso tra il 1657 e il 1797. Con il termine "viaggio" si indicava l'opuscolo ove era riproposto l'itinerario processionale che compiva la sacra Immagine una volta scesa in città e per il quale le incisioni fungevano da frontespizio o da antiporta. L'opuscolo era infatti composto da un frontespizio e da tre facciate a stampa, oppure, da un'antiporta alla quale seguivano il frontespizio e due facciate. Dal 1476 i passaggi della Madonna divennero annuali ma, già dal 1436, perchè l'Immagine potesse visitare tutta la città, Bologna fu divisa in quattro quartieri: in tal modo, ogni quattro anni -alternativamente- tutti l'avrebbero accolta. L'acquaforte qui riprodotta fu realizzata da Ciro Sanzio per il viaggio del 1780. Si trova riscontro dell'iconografia in un sonetto di Michele Canevari pubblicato dai mercanti bolognesi in occasione di una funzione solenne che si celebrò nella chiesa di San Francesco. Non si può risalire al nome dello stampatore anche se l'opuscolo uscì da una tipografia presso il Tempio del SS. Salvatore. Il priore della Compagnia della Morte di quell'anno era il conte Carlo Caprara: il suo stemma è leggibile sotto la cornice circolare, a destra.