Bologna, un lavatoio

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Bologna, un lavatoio

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Inventario
MISC. / BERT. 239
Autore

Notizie storico artistiche

Data della ripresa
primo decennio sec. XX°
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta incollata su un cartoncino di supporto color grigio
Materia e tecnica
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
8,5x11
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sotto il positivo, sul cartoncino di supporto, si legge: 317 / 7/908"
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, un lavatoio
Bibliografia
1) Catalogo della Libreria "Docet" di Bologna pubblicato in occasione dell'edizione 2018 della mostra di libri antichi e rari in Palazzo Re Enzo - Sala Re Enzo tenutasi durante la manifestazione "Salsamentarie. Saperi e Sapori a Palazzo" (Bologna, 21,22,23 settembre); 2) "Canali nascosti a Bologna nel Novecento", a cura di Maria Cecilia Ugolini e Stefano Pezzoli, Faenza, Carta Bianca Editore, 2020, pag. 34
Note
L'album fotografico di cui l'immagine fa parte consta di oltre trecento fotografie di vario formato eseguite nel primo decennio del Novecento. Vi compaiono numerosi protagonisti sia maschili che femminili, vedute, scorci di edifici e di angoli anche bolognesi, personaggi in posa, momenti della Coppa Florio corsa a Bologna nel 1908. Il proprietario della raccolta era molto probabilmente Lodovico Bertani già segretario capo della Camera di Commercio di Bologna e Presidente delle Pattuglie Cittadine dal 1921 al 1927. Il nostro fu un componente della Società degli Achei, un sodalizio goliardico fondato a Bologna nel 1920, che si proponeva di riunire reduci della Prima Guerra Mondiale per "stare allegri alla maniera dei buoni petroniani antichi". Un divertente "ritratto" del Bertani è contenuto nella "Strenna degli Achei" del 1930. Dal riscontro con le notizie contenute nel "medaglione" pubblicato in quest'ultima si è potuti risalire alla provenienza. La fotografia documenta uno dei numerosi lavatoi che si trovavano in città. Agli inizi del Novecento questi piccoli edifici erano, infatti, piuttosto diffusi. In genere, erano collocati vicini a dei corsi d'acqua ed erano coperti: scendendo alcuni gradini, le lavandaie o le donne di casa trovavano un piano inclinato in cemento che sopperiva l’asse per il bucato. Le donne trasportavano fino lì pesanti catinelle piene di panni, il sapone e la cenere. Sciorinavano i panni con sonori colpi nell’acqua e grande forza di braccia, soprattutto se si trattava di lenzuola. Il tutto veniva steso al sole lì accanto, specie nella bella stagione, altrimenti, i panni ancora bagnati venivano riposti nuovamente nelle catinelle e fatti asciugare a casa.