Bologna, via Andrea Costa (già via Duca d'Aosta) e il villaggio della Rivoluzione Fascista

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Bologna, via Andrea Costa (già via Duca d'Aosta) e il villaggio della Rivoluzione Fascista

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Inventario
MISC. / Rast. 59

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
1938 c.
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Materia e tecnica
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
17,5x23,5
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul verso è scritto "Via Duca d'Aosta". Il timbro a secco del fotografo compare in basso a destra sul recto.
Soggetto o iconografia
Bologna, via Andrea Costa (già via Duca d'Aosta) e il villaggio della Rivoluzione Fascista
Note
La giornata è piovosa, la fotografia è un po' scura, tuttavia ben si distingue al centro la torre di Maratona che si erge nello Stadio Comunale o Littoriale. A sinistra si riconoscono alcune palazzine dell'appena edificato Villaggio della Rivoluzione Fascista. Il complesso sorge nell'area del parco dell'antica villa De Lucca. Al tempo della sua inaugurazione -avvenuta il 15 giugno 1938- era considerata una piccola "città giardino" voluta dal segretario federale Cesare Colliva e costruita dall'Istituto delle Case Popolari (IFACP). Il villaggio era stato destinato alle "famiglie dei caduti, feriti e mutilati per la causa della rivoluzione fascista". Il progetto dell'architetto Francesco Santini (1904-1976) prevedeva cinquantasei alloggi, undici villette, un asilo nido e un rifugio antiaereo. Alle strade del "quartiere dei gerarchi" (via delle Camicie Nere, via del Legionario, via dello Squadrista, ecc.) venne cambiata denominazione nel dopoguerra: le stesse vie furono intitolate a partigiani caduti. Alcuni di essi, come Irma Bandiera, Pietro Busacchi, Paolo Martini, erano stati uccisi dai fascisti e ritrovati cadaveri proprio nel rione.