Bologna,Via Capo di Lucca

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Bologna,Via Capo di Lucca

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Inventario
BRI / FOT. 917
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
Anni Cinquanta sec. XX°
Oggetto
Positivo
Misure immagine (in cm; hxb)
14x9
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul verso, si legge: "Via Capo di Lucca / in fondo via Irnerio"
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Via Capo di Lucca
Note
La fotografia appartiene ad una serie di immagini rinvenute nel fondo Brighetti e relative a diverse strade del centro storico bolognese che risultano di importanza secondaria rispetto a quelle di specifico interesse storico-artistico. L'autore degli scatti è sconosciuto; il formato del positivo è sempre lo stesso, quello delle cartoline postali; le fotografie sono tutte stampate su carta Ferrania. Sembra quasi che ci si sia impegnati a documentare una Bologna minore e popolare che in grande parte sarebbe scomparsa da lì a poco. Facendo riscontri con le auto in sosta, con l'abbigliamento delle persone e con lo stato degli edifici, l'arco temporale di esecuzione si potrebbe fissare tra gli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta del Novecento. Tra il 1969 e il 1972 il fotografo Paolo Monti (1908-1982) insieme all'architetto Pier Luigi Cervellati effettuò un'esemplare campagna fotografica, quasi un censimento del centro storico. Nel 1969 il Comune di Bologna aveva infatti varato il Piano Urbanistico di Salvaguardia per il restauro e il risanamento di un'ampia zona entro le mura. Già dal 1963 erano stati avviati degli studi settoriali per la difesa integrale dell'ambiente urbano del passato. Tali studi erano stati compiuti da un gruppo capeggiato dal prof. Leonardo Benevolo. Il PEEP (Piano Edilizia Economica Popolare) fu reso esecutivo nel 1973 e con esso iniziò poi la ristrutturazione conservativa di alcuni comparti, tra i quali parecchi di quelli fissati da questa serie. Via Capo di Lucca è una delle strade sorte sull'antico Campo del Mercato, ora piazza Otto Agosto 1848. Qui dal XVI secolo in avanti si cominciarono a costruire case per il popolo e il nome, così particolare, ha un'origine alquanto curiosa. L'ipotesi più accreditata è infatti quella che fosse inizialmente conosciuta come "Cò d'Locca" (ovvero come luogo ove abitava un certo Luca). In dialetto bolognese Luca viene pronunciato "Locca" e dunque nulla rimanda alla città toscana, come lascerebbe presupporre la moderna denominazione. La via passava in mezzo al Canale delle Moline e al corso del torrente Aposa, in un luogo che oggi verrebbe definito periferia degradata. Lungo il canale sorgevano concerie e mulini. Nonostante l'acqua fosse fetida, molte erano le lavandaie che si servivano di essa per mondare i panni.