Bologna - Via della Grada e Bagni del Reno

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Bologna - Via della Grada e Bagni del Reno

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Inventario
BRI 00250

Notizie storico artistiche

Luogo e anno di edizione
Siena, s.d.
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
catolina postale
Orientamento
orizzontale
Misure immagine (in cm; hxb)
9x14
Indicazione di colore
b/n viraggio verde
Iscrizioni
I nomi del fotografo e dell'editore si possono leggere sul recto, nel bordo di destra, in verticale
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, via della Grada e Bagni del Reno
Bibliografia
Antonio Brighetti - Franco Monteverde, "Bologna nelle sue cartoline", Cuneo, L'Arciere, 1986, volume secondo, p. 113
Note
Questa immagine, rispetto alle precedenti raffiguranti via della Grada, ci mostra la strada e il canale da un altro punto di vista, ovvero, da via San Felice verso l'odierno viale. L'edificio dei Bagni si trova sul lato sinistro, riconoscibile per le finestre ad ogiva e per la torretta. Quello che si nota al centro, sullo sfondo, prima della chiesa di Santa Maria e San Valentino, è invece comunemente conosciuto come Opificio della Grada. Anticamente di proprietà del cardinale Pompeo Aldrovandi, fu usato per lungo tempo come conceria di pelli e mulino da galla. Passato nell'Ottocento al Consorzio del Reno, era divenuto prima mulino da grano e poi bagno pubblico. Nel 1899 vi furono installate due turbine che producevano energia elettrica per l'Istituto Ortopedico Rizzoli sfruttando la corrente del canale. La linea elettrica raggiungeva il colle di San Michele in Bosco attraverso i viali di circonvallazione. Tali bobine cessarono di essere operative nel 1926.
Attualmente, l'edificio ospita la sede del Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno. All'interno dovrebbe poi nascere un "Centro sulle Acque", dedicato al sistema di canali e mulini che alimentavano l'economia bolognese fino ad un passato relativamente recente.
La cosiddetta "ruota della Grada", interamente in legno, che si trovava all'interno, era stata demolita per far posto a quelle due turbine ricordate più sopra. Nel 2006 venne fedelmente ricostruita su progetto originale del Settecento, seguendo le dimensioni reali: quattro metri e mezzo di diametro.