Bologna, via Maggia da via delle Casse (ora via Marconi)

60f6db2a3c12a10007f16b98

Bologna, via Maggia da via delle Casse (ora via Marconi)

 Genera il pdf
Inventario
BRI / FOT. 910, 911
Autore

Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Data della ripresa
Anni Cinquanta sec. XX°
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
stampa su carta
Misure immagine (in cm; hxb)
14x9
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul verso di entrambi gli esemplari vi sono delle note manoscritte del prof. Brighetti. Sul primo: "Via Maggia da via Casse / La parte alta della casa / a destra è coperta dal / torresotto che si vede / nell'altra foto orizzontale". Sul secondo: "Via Maggia. / Lato non più esistente / con antica torre / un tempo a ridosso delle Mura del Mille".
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, via Maggia da via delle Casse (ora via Marconi)
Bibliografia
1) https://www.bibliotecasalaborsa.it;
2) Angelo Finelli, "Bologna nel Mille", Bologna, Stab. Poligrafici Riuniti, 1927, pag. 47
Note
La fotografia appartiene ad una serie di immagini rinvenute nel fondo Brighetti e relative a diverse strade del centro storico bolognese che risultano di importanza secondaria rispetto a quelle di specifico interesse storico-artistico. L'autore degli scatti è sconosciuto; il formato del positivo è sempre lo stesso, quello delle cartoline postali; le fotografie sono tutte stampate su carta Ferrania. Sembra quasi che ci si sia impegnati a documentare una Bologna minore e popolare che in grande parte sarebbe scomparsa da lì a poco. Facendo riscontri con le auto in sosta, con l'abbigliamento delle persone e con lo stato degli edifici, l'arco temporale di esecuzione si potrebbe fissare tra gli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta del Novecento. Tra il 1969 e il 1972 il fotografo Paolo Monti (1908-1982) insieme all'architetto Pier Luigi Cervellati effettuò un'esemplare campagna fotografica, quasi un censimento del centro storico. Nel 1969 il Comune di Bologna aveva infatti varato il Piano Urbanistico di Salvaguardia per il restauro e il risanamento di un'ampia zona entro le mura. Già dal 1963 erano stati avviati degli studi settoriali per la difesa integrale dell'ambiente urbano del passato. Tali studi erano stati compiuti da un gruppo capeggiato dal prof. Leonardo Benevolo. Il PEEP (Piano Edilizia Economica Popolare) fu reso esecutivo nel 1973 e con esso iniziò poi la ristrutturazione conservativa di alcuni comparti, tra i quali parecchi di quelli fissati da questa serie. Via Maggia collega via Nazario Sauro con le vie Morgagni e San Gervasio e prende il nome dall'antica famiglia Maggi, che su quei terreni aveva le sue case. La via delle Casse, attuale via Marconi, fino agli anni Trenta del Novecento era molto più stretta. L'origine del nome aveva diverse spiegazioni: alcune fonti alludono alla presenza delle botteghe di falegnami o di un edificio dove si lavorava il legno, ma pare plausibile che il toponimo possa derivare da due abitanti di rango elevato, Sanuto de Cassa de Burgo Sancti Laurentii e un Iohannes Philippi de Cassi, come ci tramanda un documento del 1289. La vera e propria trasformazione della strada iniziò nel 1932 e fu portata definitivamente a termine nel dopoguerra. Il nuovo nome "Via Roma" le fu attribuito in omaggio ai fasti della capitale, tanto celebrati in epoca fascista. Dal 1949 assunse poi il nome di via Guglielmo Marconi in onore dell'illustre scienziato. Dopo gli ingentissimi danni dovuti ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, fu bandito un concorso nazionale per la sistemazione del lato di levante dell'arteria. La costruzione del 3° lotto di nuovi edifici si completò tra il 1954e il 1957. L'edificio che sovrasta gli altri oggi non esiste più: si trovava, appunto, all'angolo con via Maggia, strada ora profondamente trasformata. L'accenno al torresotto che troviamo sul verso della fotografia potrebbe essere dovuto al fatto che attualmente nel giardino Pincherle, dietro alla casa natale di Luigi Galvani, è ben visibile un resto delle mura del Mille. Un'altra informazione rispetto all'esistenza di un'antica torre deriva da una nota che Angelo Finelli inserì nel suo volume "Bologna nel Mille" e che testualmente si riporta: "Al n. 4 di via Maggia nel primo cortile a sinistra esiste un torrione appartenente alle mura di questo recinto le cui fondamenta consistevano in uno strato di ciottoli a secco; questo fu notato nel costruire una cantina che ora serve da magazzeno ad un negoziante di uova".