Bologna, Via Manzoni: Palazzo Ghisilardi Fava (Casa del Fascio)

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Bologna, Via Manzoni: Palazzo Ghisilardi Fava (Casa del Fascio)

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Notizie storico artistiche

Luogo della ripresa
Bologna
Luogo e anno di edizione
Bologna, Anni Trenta sec. XX°
Data della ripresa
prima del 1879
Oggetto
Positivo
Forma Specifica dell'Oggetto
cartolina postale
Misure immagine (in cm; hxb)
14x9
Indicazione di colore
b/n
Iscrizioni
Sul recto, in basso al centro: "Bologna - Palazzo Fava (ora Casa del Fascio)". Sul verso, in basso a sinistra, si legge il nome dell'editore, preceduto dal n. 90623.
Fondo/Raggruppamento
Soggetto o iconografia
Bologna, Via Manzoni: Palazzo Ghisilardi Fava (Casa del Fascio)
Bibliografia
Le Collezioni d'Arte della Cassa di Risparmio in Bologna "Le fotografie.1 Pietro Poppi e la Fotografia dell'Emilia", a cura di Franco Cristofori e Giancarlo Roversi, Bologna, Cassa di Risparmio in Bologna, 1980, rep. 1659.
Note
Dopo il palazzo Bevilacqua di via D'Azeglio, questo viene considerato il più bello dei palazzi signorili del Quattrocento a Bologna. Fatto costruire negli anni tra il 1484 e il 1491 da Bartolomeo Ghisilardi, è segnalato per l'armonia delle linee, per la ricchezza di terrecotte e per la grandiosità degli ambienti. Per la parte muraria, la costruzione fu affidata al maestro muratore "Zilio" Montanari, che negli stessi anni seguiva quella della prospettante chiesa di Santa Maria di Galliera. Il cortile si caratterizza per un ballatoio sostenuto da grandi mensole di macigno, dove -tra ornati floreali- sono intagliati gli stemmi Ghisilardi e le iniziali del primo proprietario (B.G.). Nel 1915 il Comitato per Bologna Storica e Artistica curò alcuni lavori di ripristino e fece rimettere i trafori delle finestre della facciata imitandole dalla seconda -originaria-, giunta fino ad allora in perfetto stato di conservazione. Dal 1923 l'edificio fu poi destinato ad ospitare la Casa del Fascio di Bologna, una delle prime in Italia, fortemente voluta dal gerarca Leandro Arpinati, che ne decise un nuovo restauro.Nel 1925 il cortile e tutto l'interno del palazzo furono dunque sottoposti a lavori di recupero dall'architetto Ulisse Arata. Nel corso di tale restauro furono scoperti un bel soffitto a legni dipinti risalente al XV° secolo, gli avanzi di una strada romana e grossi muri di selenite forse appartenuti alla rocca imperiale del XII secolo che sorgeva nelle vicinanze. Durante tutto il Ventennio il palazzo fu luogo deputato alle principali attività politiche e culturali organizzate dal Partito Nazionale Fascista. All'interno erano presenti -tra l'altro- un caffè con tre sale da biliardo, un ristorante e una fornitissima biblioteca. Nel 1929, durante una cena di gala al ristorante, Enzo Ferrari e i suoi soci decisero la nascita della omonima Scuderia automobilistica. Attualmente l'edificio è sede del Museo Civico Medievale.